Politica e governo
Servono ancora le regioni? Per una storia del regionalismo in Italia
Isaia Sales, Pietro Spirito
Libro: Libro in brossura
editore: Colonnese
anno edizione: 2025
pagine: 256
Un viaggio appassionante nella storia politica italiana, tra centralismo e spinte autonomiste, che ancora oggi divide il Paese. Servono ancora le Regioni? Isaia Sales e Pietro Spirito ricostruiscono conrigore e chiarezza le radici del regionalismo, dalle illusioni del federalismo risorgimentale al centralismo fascista, dalla prudenza della Costituente alla stagione dell’autonomia differenziata. Tra utopie federaliste, compromessi politici e derive secessioniste, il libro racconta come il fragile equilibrio tra centro e periferie abbia segnato le sorti della nostra democrazia e continui a interrogare l’Italia di oggi. Una narrazione che unisce storia, politica ed economia, svelando quanto le Regioni siano state protagoniste di conflitti, riforme mancate e promesse incompiute. Una riflessione urgente e coinvolgente per capire se il futuro dell’Italia passa ancora da esse, o se occorre immaginare un nuovo modello di coesione nazionale.
L'inganno delle tasse. Documentazione contro la fuorviante narrativa del polo neoliberista: la destra e l'ex sinistra nuova destra (due schieramenti che, in apparente conflitto, cooperano nel gabbare i cittadini)
Santo Antonio Prontera
Libro
editore: Mario Pascale editore
anno edizione: 2025
pagine: 84
La diplomazia della rissa. Parole alla deriva: cronaca di un mondo che non sa più parlarsi
Antonio Picasso, Stefano Polli, Renato Vichi
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2025
pagine: 176
Il mondo sta cambiando velocemente sotto i nostri occhi: stanno mutando gli equilibri geopolitici e le vecchie alleanze si stanno sgretolando. E sta cambiando il linguaggio che viene usato dai politici e dai diplomatici: tutto è semplificato e imbarbarito, spesso attraverso un uso smodato e sbagliato dei social network. Il cambiamento dell'uso delle parole è il sintomo di una malattia, di un mondo che precipita attraverso guerre e crisi. La comunità internazionale è ad un bivio. Da una parte si deve affrontare la nascita di nuovo disordine mondiale, dall'altra, la revanche improvvisa di appetiti dominatori: finti alibi e rimostranze storiche controverse per reclamare antichi possedimenti o presunte appartenenze. Serve una nuova diplomazia della parola. Perché oggi le parole sono diventate mezzi di offesa, di terrore o strumenti di minaccia. Finché il mondo non tornerà a parlarsi davvero la cronaca non potrà che essere questa: una lunga, lenta, silenziosa disintegrazione del dialogo prima del conflitto aperto. Presentazione di Giampiero Massolo.
Il secolo fragile. Caos e potere nel mondo in crisi permanente
Robert D. Kaplan
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2025
pagine: 208
«Stiamo vivendo l’equivalente di una seconda Repubblica di Weimar.» Convinto che solo attraverso un’analogia con il passato si possa comprendere la crisi del presente, Robert Kaplan si avventura in una spiazzante quanto illuminante analisi tra storia e geopolitica. Rileggendo la breve parentesi di governo che avrebbe portato all’ascesa Hitler, mette in luce differenze e similitudini con il nostro mondo caotico e globalizzato, sempre più a portata di mano ma allo stesso tempo complesso e difficile da gestire, dove ogni nuovo conflitto, come in Ucraina e a Gaza, innesca un micidiale effetto domino nel resto del pianeta. Questa costante instabilità non sarà più mitigata dall’azione delle grandi potenze, il cui declino Kaplan descrive alla luce della dissoluzione degli imperi e della fine dell’ordine emerso dopo la Seconda guerra mondiale. Mettendo insieme le lezioni apprese sul campo come osservatore e corrispondente dall’estero e le fulminanti intuizioni filosofiche e letterarie ispirate da Christopher Isherwood, Aleksandr Solženicyn, T.S. Eliot, Oswald Spengler e Elias Canetti, traccia connessioni tra eventi storici e fenomeni sociali, spaziando dalla Rivoluzione russa del 1917 a quella islamica in Iran, dall’Africa occidentale dilaniata dagli scontri negli anni novanta alle megalopoli cinesi, dalla Guerra fredda al possesso delle armi nucleari rivendicato oggi da dittatori e autocrati. Questa nuova Weimar globale è destinata al tragico epilogo di quella storica? Kaplan invita a esercitare un prudente pessimismo per non cadere preda di false speranze: «il segreto è fare un uso costruttivo delle nostre paure, in modo da essere cauti nei confronti del futuro senza doversi arrendere al destino».
La nuova era dell'impero. Come razzismo e colonialismo governano ancora il mondo
Kehinde Andrews
Libro: Libro in brossura
editore: Fandango Libri
anno edizione: 2025
pagine: 408
Kehinde Andrews smaschera il mito della società “post-razziale”: l’imperialismo non è finito, ma vive oggi nel capitalismo globale guidato dall’Occidente. Un’analisi radicale che mostra come la vera libertà non passi da riforme, ma da una rivoluzione capace di ribaltare il sistema.
Un nuovo inizio
Gabriele Sannino
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Il Punto d'Incontro
anno edizione: 2025
pagine: 224
In "Un nuovo inizio", Gabriele Sannino affronta la domanda che molti si pongono: siamo davvero all'apocalisse o stiamo solo iniziando un mondo nuovo? Con un'indagine approfondita, l'autore esplora la caduta inevitabile dell'élite globale, che per secoli ha manipolato l'umanità, e il risveglio delle coscienze che sta segnando l'inizio di una rinascita. Sannino svela i meccanismi del potere, le illusioni create per mantenere il controllo e ci invita a riconoscere che il vero potere è sempre stato dentro di noi. Questo non è un collasso, ma un'opportunità di trasformazione e di costruzione di una nuova realtà, libera dalle menzogne del passato.
L'occupazione. Dall'editto bulgaro a Renzi, da Draghi fino a TeleMeloni. Ecco chi e come ha ucciso il servizio pubblico
Roberto Bertoni, Vincenzo Vita
Libro: Libro in brossura
editore: PaperFIRST
anno edizione: 2025
pagine: 272
Se Dante intraprendesse oggi il suo viaggio ultraterreno è possibile che sceglierebbe come set della sua Commedia Viale Mazzini. Salvo rendersi conto, strada facendo, che i gironi immaginati non bastano, almeno per l'Inferno. Servirebbe, infatti, un soppalco per ospitare tutti i responsabili del disastro nel quale siamo sprofondati. In questo Acheronte mediatico, infatti, si incontrano tutti i principali responsabili del declino del Paese, di cui la Rai ha sempre anticipato le tendenze e lasciato immaginare gli sviluppi. Dall'editto bulgaro a TeleMeloni il passo è breve. Senza dimenticare vicende solo apparentemente secondarie ma, in realtà, importantissime, come ad esempio i referendum del '95 relativi al trasferimento di Retequattro sul satellite e alla riduzione dell'affollamento pubblicitario durante la messa in onda dei film, fino alla mancata, o comunque inadeguata, opposizione della sinistra su temi cruciali come il conflitto d'interessi e la progressiva scomparsa di volti, idee e linguaggi da una Rai sempre più simile a Mediaset e sempre meno servizio pubblico. Un libro che non fa sconti, che mette a nudo gli scandali e gli sperperi di oltre un ventennio di televisione “deviata” e che vede in questo ultimo governo il suo punto più basso.
La vergogna delle città. Agli albori del giornalismo di inchiesta
Lincoln Steffens
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2025
pagine: 187
A inizio Novecento il volume di Lincoln Steffens – qui per la prima volta tradotto in italiano da Raffaele Rauty – inaugurò le pubblicazioni del giornalismo di inchiesta statunitense, denunciando la corruzione urbana presente nelle principali città americane (Chicago, St. Louis, Philadelphia, New York). Il libro di Steffens, gli articoli e i testi di quei giornalisti – definiti muckraker – mostrarono con le loro indagini la corruzione diffusa nella politica, lo stravolgimento collettivo dell’ordine democratico e dei principi morali, le frodi continue nell’intervento pubblico, un pericoloso disinteresse di massa per il controllo della realtà sociale. L’attualità del volume ripropone la necessità dell’autonomia e indipendenza del lavoro giornalistico da ogni forma di potere. In un paese come l’Italia, in cui la corruzione è endemica e la libertà di informazione è problema costante, questo libro è di sconvolgente attualità. «In una situazione così complessa e condizionata da cambiamenti repentini e drastici, capaci di mettere a repentaglio il bene più prezioso per una democrazia, il compito di vigilare per chi svolge questo mestiere è ancora più importante e decisivo. Seguire l’esempio di Lincoln Steffens dovrebbe essere per tutti i giornalisti l’imperativo categorico» (dalla Postfazione di Sergio Rizzo)
Prigionieri. Un ebreo e un musulmano nell'infermo del Medioriente
Jeffrey Goldberg
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2025
pagine: 432
Israele, 1991: durante la guerra del Golfo e nel pieno della prima Intifada, cinque soldati prestano servizio come poliziotti militari nel campo di prigionia dell'esercito israeliano di Ktzi'ot, nel deserto di Zin. Tra loro c'è Jeffrey Goldberg, in qualità di consigliere dei detenuti. Ktzi'ot è un luogo arido, di filo spinato, tende ammuffite e mitragliatrici, «un'isola di ristrettezza mentale e crudeltà in un mare di sabbia marrone», in cui sono rinchiusi più di seimila palestinesi. Jeffrey è un ebreo americano che ha lasciato Brooklyn per assumere la cittadinanza israeliana e vivere da vicino, con curiosità e passione, l'esperienza del sionismo: a differenza degli altri poliziotti gira per il carcere senza armi e si scopre affascinato dai detenuti, ai quali rivolge numerose domande sulla politica e sulla religione, sulla fabbricazione delle bombe e sul modo in cui crescono i figli. Uno di questi, Rafiq, un giovane brillante e dai modi gentili, leader in ascesa dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina a soli ventun anni, attira la sua attenzione. Jeffrey e Rafiq appartengono a schieramenti opposti, dovrebbero essere – e, in effetti, sono – nemici giurati, ed entrambi credono fortemente nelle rivendicazioni dei propri popoli. Eppure, giorno dopo giorno, instaurano un dialogo che si fa sempre più profondo, costruiscono con fatica un legame che supera contrasti e differenze religiose, culturali e politiche e che negli anni, anche attraverso aspri dissensi, si trasforma in un'amicizia duratura. "Prigionieri" è il racconto vivido e toccante di questo rapporto, un libro al tempo stesso personale e universale che nel riportare alla luce le radici di un eterno conflitto riesce a illuminare, con inedita chiarezza, le lacerazioni del Medio Oriente.
Orizzonte Europa
Matteo Regalia
Libro: Libro in brossura
editore: Youcanprint
anno edizione: 2025
pagine: 150
"Orizzonte Europa" è un saggio che raccoglie vari dialoghi aventi come argomento l'integrazione europea. Inizia con il discorso di Victor Hugo al Congresso internazionale della Pace di Parigi del 1849, dove nomina per la prima volta nella Storia gli "Stati Uniti d'Europa". Il primo vero progetto di unità europea è "Paneuropa", libro scritto nel 1922 dall'aristocratico austriaco Richard de Coudenhove-Kalergi. Uno dei testi di riferimento dell'integrazione europea è il "Manifesto di Ventotene", scritto da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi nel 1941 e pubblicato clandestinamente nel 1943. Dopo la Seconda guerra mondiale inizia a prendere forma l'unità europea come risposta ai totalitarismi e alle guerre. Tutto inizia il 9 maggio 1950 con la Dichiarazione di Schuman e, soprattutto, il 18 aprile 1951 con la firma del Trattato di Parigi che istituisce la Ceca (Comunità europea del carbone e dell'acciaio) da parte dei sei Paesi fondatori (Belgio, Francia, Germania Ovest, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi). Da quel momento è iniziata l'integrazione europea, che ha dato la possibilità di studiare e lavorare in Europa, e in alcuni Paesi una moneta unica.
Maledetto Israele! La crociata contro lo Stato ebraico
Niram Ferretti
Libro: Libro in brossura
editore: Liberilibri
anno edizione: 2025
pagine: 128
La guerra che Israele ha intrapreso a Gaza, come risposta all’eccidio perpetrato da Hamas nel sud del Paese il 7 ottobre 2023, ha scatenato progressivamente, nell’arco degli ormai due anni del suo svolgimento, la più furente e ossessiva criminalizzazione nei confronti di uno Stato di cui si abbia memoria nella storia contemporanea. Con scientifica perseveranza, con implacabile consequenzialità, si è proceduto a fare di Israele uno Stato mostro, anzi lo Stato mostro. Praticamente tutto il comparto mediatico occidentale, con poche eccezioni, ha recepito, adeguandosi ad essa, la narrativa di un’organizzazione criminale come Hamas, propagandando senza sosta le notizie provenienti da Gaza fornite dal gruppo jihadista. È come se, durante la Seconda guerra mondiale, le notizie in merito a quello che accadeva nel teatro bellico, fossero state fornite prevalentemente dal Terzo Reich e accolte interamente come verità indiscutibili, relegando ai margini la versione fornita dagli Alleati. Distruggere Israele, tentativo cominciato nel 1948, non è stato possibile farlo fino ad ora. Distruggerlo in effige è il suo pervertito ed efficace surrogato. Scrive Giuliano Ferrara nella sua Prefazione: «Ferretti registra e classifica in modo ineccepibile la logica della menzogna che motiva la dannazione di Israele, l’inversione della colpa, e altri ideologismi della maledizione politica. Ma il suo libro punta giustamente sulla radice di odio che fa di un paese maledetto dai benpensanti lo strumento di un rifiuto di Dio, quanto di più occidentale si possa oggi concepire».

