Scrittore appartato e "gran signore discretissimo" (Contini), Edoardo Calandra (Torino, 1852 – ivi, 1911) fu legato da rapporti di amicizia con autori come Verga, Giacosa, Emilio Praga, De Roberto. Nei suoi capolavori narrativi – La bufera, A guerra aperta, Juliette – la fedeltà al romanzo storico convive con una sensibilità pienamente moderna, individuata dalla critica più recente, che ha colto nell'opera di Calandra i segni di un'attenta riflessione sul lavoro di autori contemporanei, anche, in apparenza, lontani dalla sua ispirazione, da Fogazzaro a d'Annunzio. In un libro come I Lancia di Faliceto, edito nel 1886 e mai più ripubblicato, l'inattualità del tema – "non la storia, ma alcuni episodi di una famiglia piemontese durante nove secoli di esistenza" (G. Giacosa) – non deve impedire di riconoscere, in particolare nel racconto forse più significativo, Il Decaduto, un contenuto tutto moderno: il declassamento sociale e la nascita dell'individuo problematico, non più garantito dall'appartenenza di classe e da un quadro di valori dato. Prefazione di Giuseppe Giacosa.
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I Lancia di Faliceto
Titolo | I Lancia di Faliceto |
Autore | Edoardo Calandra |
Curatore | Leonardo Lattarulo |
Prefazione | Giuseppe Giacosa |
Argomento | Narrativa Narrativa classica (prima del 1945) |
Collana | Biblioteca del vascello |
Editore | Robin Edizioni |
Formato |
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Pagine | 296 |
Pubblicazione | 06/2021 |
ISBN | 9788872747551 |
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