Esaltata da contemporanei come Hugo e Balzac, studiata nelle scuole e amata dai surrealisti, Marceline Desbordes-Valmore (1786-1859) è l'unica donna tra i grandi della poesia francese, figura mitica di sperimentatrice autodidatta ed eroina tragica. La sua esistenza - gli amori intensi e disperati, la durezza dell'infanzia, il dolore di madre sopravvissuta ai suoi figli - diventa per Stefan Zweig materia pulsante di un gioco di specchi, in cui l'opera e la vita si riflettono l'una nell'altra. Figlia di un pittore di stemmi caduto in disgrazia, Marceline fu prima attrice riluttante e dovette poi affrontare la difficoltà di essere, nell'Ottocento, scrittrice e donna. Zweig ne indaga con empatia i tormenti e i misteri, mostrando come la violenza delle disgrazie si trasformi in acuta percezione della sofferenza umana, e prenda forma una poesia semplice ma piena d'invenzioni, che apre la strada alle sperimentazioni di Verlaine. Il libro, alla sua prima traduzione italiana, è completato da diciassette poesie, una selezione di lettere e una breve antologia critica dove autori come Baudelaire e Sainte-Beuve si confrontano con la poetessa.
Marceline Desbordes-Valmore. Ritratto di una poetessa
| Titolo | Marceline Desbordes-Valmore. Ritratto di una poetessa |
| Autore | Stefan Zweig |
| Traduttori | Natascia Pennacchietti, Antonio Veneziani, Maria Borgese |
| Collana | Ritratti |
| Editore | Castelvecchi |
| Formato |
|
| Pagine | 187 |
| Pubblicazione | 11/2013 |
| ISBN | 9788868260200 |
€18,50
0 copie in libreria
Libri dello stesso autore
La società delle chiavi incrociate. Le opere che hanno ispirato «Grand Budapest Hotel». Con un’intervista a Wes Anderson
Stefan Zweig, Wes Anderson
Editoriale Jouvence
€19,00

