Sellerio: Cataloghi
Il trionfo della Morte di Palermo. L'opera, le vicende conservative, il restauro
Libro
editore: Sellerio
anno edizione: 1989
pagine: 152
Tre fotografi a Orvieto. Armoni, Raffaelli, Moretti
Diego Mormorio, Enzo Eric Toccaceli
Libro
editore: Sellerio
anno edizione: 1989
pagine: 128
La notte dei desideri. Il cinema dei fratelli Taviani
Nuccio Orto
Libro
editore: Sellerio
anno edizione: 1987
pagine: 165
Pirro Vitali. Fotografie (1855-1875)
Diego Mormorio, Enzo Eric Toccaceli
Libro
editore: Sellerio
anno edizione: 1986
pagine: 80
Fabrizio Clerici. Opere 1937-1992. Catalogo della mostra (Marsala, 7 luglio-28 ottobre 2007)
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio
anno edizione: 2007
pagine: 207
Pittore, scenografo, disegnatore, Fabrizio Clerici (1913-1993) ha attraversato l'arte del secondo Novecento con una figurazione coltissima e satura di riferimenti e citazioni individuando, nella grande eredità del passato, i segni premonitori dell'inquietudine contemporanea. Le archeologie fantastiche, le stanze popolate da presenze misteriose, le apparizioni dei simulacri delle antiche divinità egizie scandiscono così uno scenario di catastrofi e naufragi da cui emergono gli archetipi dell'immaginazione. A dispetto della sua apparente inattualità, e della sua difficile collocazione nell'ambito di tendenze e movimenti, l'opera di Clerici annoda le sue radici ad alcuni elementi cruciali della cultura del secolo scorso: i temi della colpa e della metamorfosi, della memoria e delle rovine sono assunti come prospettive di accesso ai grandi motivi della filosofia e della letteratura novecentesche. Pittore letterato, Clerici ha condotto entro la sensibilità moderna un modello che era già stato dell'illuminismo, e prima ancora del barocco e del manierismo: quello di una prassi figurativa intrisa delle problematiche intellettuali, e come tale capace di rimettere in circolo come attuali gli emblemi delle culture passate. Le numerose suggestioni che costellano l'opera di Clerici, da Signorelli a Kircher, da Piranesi a Friedrich, da Klinger a Böcklin, disegnano così una geografia della psiche dove l'archeologia dei segni collettivi è opera di scavo e di analisi della memoria individuale.