Artemide: Proteo
L'assoluto leggero di Mallarmé
Federica Spinella
Libro: Copertina morbida
editore: Artemide
anno edizione: 2014
pagine: 260
"L'assoluto leggero di Mallarmé" indaga, attraverso l'analisi dell'intera opera mallarmeana, il concetto di assoluto all'interno della produzione dell'autore. Partendo dall'ipotesi che questo concetto sia fondamentale per comprendere il modo in cui la sua produzione si pone in rapporto tanto alla classicità letteraria quanto alla modernità, e seguendo l'idea che la poetica di Mallarmé proponga al Novecento una possibile forma di "sopravvivenza dell'aura" nei tempi moderni. Attraverso una riscoperta del fondamentale valore dell'aura nella tradizione poetica occidentale, in particolare grazie a dei raffronti con "Le Metamorfosi" di Ovidio e il "Canzoniere" petrarchesco, si arriva a riconoscere nella poesia di Mallarmé e nella complessa concezione teorica che a questa si accompagna, un assoluto leggero, composto di aria e di vento.
Il turno di notte. La poesia portoghese nel secondo Novecento
Virginiaclara Caporali
Libro: Copertina morbida
editore: Artemide
anno edizione: 2014
pagine: 263
Nel 1987 la casa editrice Frenesi pubblica a Lisbona l'antologia poetica Sião (Sion). Un libro scomodo, che ha l'audacia di affiancare ai grandi nomi del canone poetico portoghese quelli di poeti grosso modo sconosciuti; inventando una tradizione instabile, perché priva dell'avallo delle istituzioni, però energica e senza debiti: disinvolta. Una produzione di certo poco letta e poco studiata nel momento in cui viene alla luce: un "turno di notte", appunto, come la definisce Antonio Cabrita. E la poesia che si afferma dopo il 1974, finita la dittatura, e che si realizza in contesti eterodossi, dando voce a tematiche fino ad allora troppo rischiose per venire affrontate apertamente: la sessualità, la dissidenza, il margine; l'improduttività come scelta esistenziale. Curata dai poeti Paulo da Costa Domingos, che ne è anche l'editore, Al Berto, uno dei massimi esponenti della sua generazione, e Rui Baião, Sião si offre come "azione collettiva", garantendo ai poeti della nào-geracào degli anni Settanta e Ottanta un luogo in cui manifestarsi come gruppo, palesando identità eterogenee ma condivise. All'analisi del contesto storico-culturale dell'epoca e dei metodi di lavoro della casa editrice Frenesi, dove la relazione fra autori ed editore risulta studiatamente centrata sull'affetto piuttosto che su ragioni di mercato, segue la traduzione con testo a fronte dei poeti che rappresentavano, alla fine degli anni Ottanta, la "contemporaneità".
L'Austria contemporanea tra crisi e trasformazione. Quattro saggi di storia e storiografia
Giovanni Schininà
Libro: Libro in brossura
editore: Artemide
anno edizione: 2014
pagine: 160
La storia politica e sociale dell'Austria novecentesca è straordinariamente ricca di eventi e momenti di svolta, profondamente intrecciati alla storia europea e mondiale. Per un territorio che ha conosciuto nel giro di soli trent'anni cinque regimi politici differenti ed è stato protagonista del passaggio da un impero plurinazionale ad un piccolo stato repubblicano e di due guerre mondiali le date fondamentali e i nodi interpretativi connessi sono infatti numerosi ed ancora dibattuti. L'autore propone quattro percorsi di lettura su altrettanti aspetti, forse meno conosciuti dal pubblico italiano, che aiutano a comprendere meglio alcuni fattori strutturali, politici e identitari, dell'Austria contemporanea. In un arco cronologico compreso tra il 1907 e il 1955 sono così affrontati con originalità il rapporto contrastato tra l'avvento del suffragio universale maschile e gli etnonazionalismi, l'immagine dell'Italia e del Risorgimento allo scoppio della "grande guerra", le interpretazioni del crollo finale dell'Impero asburgico, l'occupazione decennale da parte delle quattro potenze vincitrici della seconda guerra mondiale che fece di Vienna il laboratorio di una forma alternativa di "guerra fredda".
Esilio e memoria nella narrativa austriaca
Alessandra Schininà
Libro: Copertina morbida
editore: Artemide
anno edizione: 2014
pagine: 151
Nella letteratura austriaca la figura del migrante, del fuggiasco, del reduce è stata sovente al centro di opere narrative e teatrali. In tale ambito l'autrice analizza una scelta di testi contemporanei che trattano il motivo dell'esilio, la figura dell'esule, il tema della memoria. In molti casi i confini tra finzione e documentazione sono labili e l'esperienza dell'esilio rappresenta lo snodo principale di una serie di movimenti all'indietro e in avanti nel tempo della narrazione. Dalla lettura di romanzi di autori e autrici appartenenti sia alla generazione degli esiliati che a quelle successive emergono da un lato i tentativi di ricostruire la propria identità personale in risposta ad un senso di alienazione diffuso, dall'altro la volontà di riportare alla luce un passato individuale e collettivo spesso pericolosamente rimosso. Negli anni, al di là dei differenti approcci, permane comunque la funzione di monito di fronte a nuove forme di discriminazione.
Poeti all'opera. Sul libretto come genere letterario
Libro: Copertina morbida
editore: Artemide
anno edizione: 2013
pagine: 309
Un gruppo di professori di letteratura, i loro allievi, alcuni musicologi illustri si confrontano in queste pagine su un tema oggetto di dibattito da più di tre secoli. Qual è il rapporto tra testo e musica? Qual è, se esiste, lo "statuto" letterario del libretto d'opera? Senza pretendere di dare risposte definitive, l'occasione di un corso di lezioni dottorali sul libretto, culminato in un seminario di tre giorni tenutosi a Siena nel maggio 2012, ha prodotto questa serie di interventi. L'intenzione è quella di contribuire a illuminare lo stato attuale delle relazioni tra i due ambiti e di provare a misurare il grado di sensibilità per questi temi da parte della generazione di studiosi di letteratura che va oggi inoltrandosi sul sentiero in Italia sempre più impervio, ma non per questo certo meno affascinante della ricerca.
Goti e Vandali. Dieci saggi di lingua e cultura altomedievale
Nicoletta Francovich Onesti
Libro: Copertina morbida
editore: Artemide
anno edizione: 2013
pagine: 198
Il volume raccoglie i saggi che Nicoletta Francovich Onesti ha dedicato alla lingua e alla cultura dei Goti e alle sparute tracce linguistiche dei Vandali. Quello che conosciamo sulle lingue di queste popolazioni germaniche, precocemente estinte, è in gran parte circoscritto alle forme onomastiche poiché, fatta salva l'eccezione della Bibbia gotica di Wulfila e di pochi altri testi minori, esse quasi non hanno lasciato alla storia altra memoria di sé. I dati antroponimici non sono però studiati soltanto per ricostruire lingue altrimenti poco o punto attestate; essi rappresentano soprattutto la chiave di accesso ai complicati meccanismi di prestito, scambio e simbiosi attraverso i quali, tra la tarda antichità e gli albori del Medioevo, è venuta conformandosi la convivenza tra le popolazioni germaniche dei Goti e dei Vandali e le genti stanziate sulle sponde del Mediterraneo: in Italia e Spagna, ma anche nell'Africa settentrionale. Sono nomi di sovrani e notabili, ma anche di uomini - e donne - di estrazione più modesta: se ne identificano qui l'origine, l'etimologia, l'assimilazione nei coevi sistemi grafo-fonetici del greco e del latino, la diffusione nei diversi strati sociali. L'analisi linguistica procede dunque parallela alla valutazione dei dati storici, e con essi si tenta una sintesi di più ampio respiro, volta a determinare come quell'intreccio di lingue, usi, tradizioni, abbia segnato la nascita della cultura europea.
Le regine dei Longobardi e altri saggi
Nicoletta Francovich Onesti
Libro: Copertina morbida
editore: Artemide
anno edizione: 2013
pagine: 214
Il contributo linguistico e onomastico che l'età longobarda ha lasciato in Italia è fonte inesauribile di spunti di interesse per gli storici, i linguisti, i filologi e gli storici della lingua italiana. Aspetti storico-antropologici sorprendenti emergono, per esempio, dalle narrazioni sulle Regine dei Longobardi tramandate nelle cronache altomedievali, dove si conservano elementi peculiari della loro cultura arcaica. L'autorità delle regine (vedi saggio iniziale) appare qui in aperta contraddizione con lo stato giuridico delle donne longobarde. Il volume presenta poi una scelta di saggi sulla lingua e cultura dei Longobardi apparsi in anni recenti. Si tratta soprattutto di studi sui nomi propri, che costituiscono la traccia più cospicua di ciò che resta di questa tradizione in Italia. Le testimonianze della lingua longobarda sono scarse, ma il patrimonio dei nomi di persona documentati per l'epoca longobarda (568-774) è assai vasto, costituito da più di 2.000 antroponimi. L'eredità linguistica dei Longobardi in Italia appare diseguale da regione a regione, e alcuni degli articoli indagano le varie realtà locali, come i nomi dell'Italia meridionale o quelli della Toscana. Alcuni analizzano invece singoli nomi emersi dalle fonti o da scavi archeologici recenti. Il periodo tardo e finale del regno longobardo si è caratterizzato anche per una particolare commistione onomastica tra elementi longobardi e latini, indice di una progressiva assimilazione e integrazione...
Rimozione e memoria ritrovata. La letteratura tedesca del Novecento tra esilio e migrazioni
Libro: Copertina morbida
editore: Artemide
anno edizione: 2013
pagine: 280
L'eredità dolorosa e traumatica dell'esilio è al centro di dinamiche memoriali complesse in cui il ricordare è spesso segnato dalla volontà dell'oblio. I saggi contenuti in questo volume si muovono sul filo di quest'alternanza: nella prima sezione sono dedicati a scrittori che hanno vissuto in prima persona l'esilio sotto il nazionalsocialismo (come Thomas Mann, Anna Seghers e Hans Sahl) e ne hanno scritto nell'immediato. Una seconda sezione è riservata alla 'memoria ritrovata', ossia a quegli scrittori, come Martin Walser, Günter Grass e Uwe Timm, che solo dopo molti decenni hanno sentito il bisogno di indagare la scena pubblica e privata del dodicennio nero, cercando di sanarne le ferite per il tramite della scrittura. Un'ultima sezione è dedicata alla letteratura transculturale, cioè a quegli autori provenienti da paesi come Bosnia, Iran e Turchia, che non hanno più voluto o potuto vivere nella patria originaria e sono emigrati in Germania. Qui Sudabeh Mohafez, Emine Sevgi Özdamar, Marica Bodrozic', Fatih Akin e altri artisti hanno dato al mondo letterario e cinematografico tedesco contributi che si muovono tra due culture, quella originaria e quella attuale, facendo della Germania un paese-cerniera tra mondo orientale e mondo occidentale.
La teoria letteraria di Erich Auerbach. Una introduzione a «Mimesis»
Riccardo Castellana
Libro
editore: Artemide
anno edizione: 2013
pagine: 200
"Mimesis" è considerato da molti il capolavoro della critica letteraria del Novecento. Scritto da Erich Auerbach a Istanbul negli anni della seconda guerra mondiale e pubblicato a Berna nel 1946, il libro affrontava questioni fondamentali, sulle quali ci interroghiamo ancora oggi: a partire da quando la letteratura ha cominciato a rappresentare problematicamente la vita quotidiana delle persone comuni? Ciò che chiamiamo realismo è una conquista del romanzo moderno oppure una possibilità sperimentata anche in passato? Quali condizioni ne hanno consentito l'attuazione e quali, invece, l'hanno ostacolata? E quanti sono i modi di "imitare" la realtà? Questo studio riassume in modo chiaro ed esaustivo le linee portanti della ricerca di Auerbach, ricostruendone in modo sistematico la teoria letteraria implicita. Sono analizzati sia le principali categorie di Mimesis (figura, mescolanza degli stili, realismo creaturale...) sia il metodo, con particolare attenzione tanto alla sua genesi quanto alla sua attualità. Chiude il volume un'ampia e aggiornata bibliografia degli scritti di Erich Auerbach.
Paradigmi della modernità. Letteratura, arte e scienza nella Francia del XIX secolo
Bruna Donatelli
Libro: Libro in brossura
editore: Artemide
anno edizione: 2013
pagine: 172
La modernità artistica e letteraria, che ha il suo nucleo incandescente intorno a Baudelaire, Flaubert e Manet, è stata percepita fin dai primi decenni dell'Ottocento da scrittori, artisti, e pensatori come un'emergenza e un'istanza su cui dibattere. Il fenomeno ha notoriamente investito sia la vita sociale che il dominio della scienza e delle arti in generale, ed è strettamente correlato all'azione performativa del cambiamento di cui ognuno, a suo modo, si appropria. I saggi qui riuniti hanno inteso declinare alcuni di questi momenti, privilegiando quei percorsi in cui si registrava la crisi del modello imperante e ci si apriva al rinnovamento. L'approccio non è stato sempre lo stesso; a volte l'autrice ha scelto lo sguardo panoramico con l'obiettivo specifico di captarne il ritmo interno nelle sue varie cadenze (quale nome dare alla modernità, l'avvento della fotografia, il nuovo statuto dell'immagine...); altre volte ha fatto dialogare due o più voci (Baudelaire, Barbey d'Aurevilly, Rops) nel tentativo di cogliere i momenti di consonanza nella percezione del fenomeno; altre volte ancora lo sguardo si è focalizzato su un singolo autore (Flaubert, Taine) o addirittura su una sola opera (Avatar di Gautier) quando la stessa si è costituita come momento chiave del cambiamento.
Parole per Antonio Tabucchi. Con quattro inediti
Libro: Copertina morbida
editore: Artemide
anno edizione: 2012
pagine: 92
Un omaggio ad Antonio Tabucchi (1943-2012) in cui si riuniscono gli interventi con cui alcuni dei suoi amici e colleghi, a poche settimane dalla scomparsa, lo hanno voluto ricordare presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Siena, dove per tanti anni aveva insegnato Letteratura portoghese. Una giornata piena di commozione e ricordi, di amici e studenti e di appassionati lettori. Parole di Roberto Francavilla, Maurizio Bettini, Antonio Melis, Antonio Prete, Mario Specchio. E poi quattro inediti di Antonio Tabucchi: due conferenze su temi della letteratura a cui aveva dedicato saggi illuminanti; una conversazione intorno a un suo romanzo, che diventa un pretesto per discorsi e ragionamenti più ampi, non estranei all'etica e alla politica; una lettera scritta a un grande regista su un tema delicato - e delicatamente affrontato - quale è quello dell'infanzia.
Voci dal margine. La letteratura di ghetto, favela, frontiera
Libro: Copertina morbida
editore: Artemide
anno edizione: 2012
pagine: 230
Quando una società relega al margine parte del suo corpo, finisce irrimediabilmente con l'originare categorie dell'esclusione. Questo processo può delegittimare l'individuo. Il territorio fisico della città è forse il campo di azione dove queste pratiche si rendono più palesi, tanto da creare una sorta di frattura fra una collettività "normalizzata" e un'altra obbligata dalle contingenze a costruire la propria esistenza oltre il limite a cui corrisponde il perimetro occluso e quasi sempre degradato del ghetto. La letteratura ci aiuta a comprendere lo spazio e le sue ramificazioni più infelici, a descriverlo e soprattutto ad amplificarne la voce, divenendo il terzo momento di un trittico: appropriarsi dello spazio, abitarlo, raccontarlo. La letteratura e più in generale i linguaggi della cultura hanno instaurato un dialogo con il margine: da esso scaturiscono processi di riflessione, di mediazione e di consapevolezza politica. Il margine, dunque, resiste e sovverte la norma: dalla letteratura dei favelados brasiliani agli artisti di strada in Argentina; dai poeti marginali russi, portoghesi o peruviani al confine spaziale nel mito della frontiera nordamericana; dalla tensione, dalla periferia al centro dei nuovi soggetti politici in Costa d'Avorio alle pratiche di potere ed emarginazione nei confronti del femminile nel discorso giornalistico italiano.