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Edimedia (Firenze): Grandi classici della letteratura

La Divina Commedia. Inferno

La Divina Commedia. Inferno

Dante Alighieri

Libro: Libro in brossura

editore: Edimedia (Firenze)

anno edizione: 2021

pagine: 376

Dante è innanzitutto custode della nostra memoria e garanzia della nostra identità. Fu il primo a pensare l’Italia come lingua, come nazione e come stato, e quindi pensarsi italiani significa pensare come Dante e con Dante. Se, per un’assurda ipotesi, Dante venisse cancellato dalla nostra storia, verrebbe meno il fondamento della nostra identità di Italiani. L’abbraccio di Virgilio e Sordello, nel VI del Purgatorio, è il simbolo di un legame che, al di là delle epoche, i luoghi e le ideologie, soggiace a tutte le differenze e a tutti i conflitti che pur separano, a volte dolorosamente, gli abitanti di questa penisola. Ma oltre che custode e garante del passato, Dante è anche proiezione di futuro, nel senso che la sua opera, così carica di visionaria progettualità, indica ai posteri, cioè a noi, valori e finalità che oggi appaiono non semplicemente nobili e virtuosi per il tempo che fu suo, ma validi, e forse addirittura necessari, per alimentare fiducia nel futuro non solo degli Italiani ma dell’umanità nel suo insieme, o, almeno, della civiltà della quale noi Italiani siamo partecipi, e quindi in un orizzonte molto più ampio del nostro stato-nazione. Vittima dei conflitti che insanguinavano Firenze alla fine del 200’ e costretto a un esilio che sarebbe durato tutta la vita, Dante immaginò la Commedia come una romanzesca corte di giustizia, cioè un tribunale, in cui l’innocenza e la colpevolezza degli esseri umani potessero essere sanzionate in modo definitivo e inappellabile. L’aldilà che il testo descrive, nel suo insieme, è metafora di una giustizia che svolge sul piano della finzione letteraria il compito che la politica non era più in grado di svolgere sul piano del reale. Esso è quindi stato inizialmente pensato per risarcire l’umanità (e l’autore dell’opera) di una giustizia che all’umanità è stata sottratta dal mostro che ne ha sviato il cammino: l’avidità, cioè la passione del denaro, che ha trasformato le sue guide, politiche e religiose, in lupi famelici e corrotti. La giustizia sarà utopicamente restaurata dal Poema, nel senso che nel suo universo romanzesco Dante darà finalmente “cuique suum”, cioè a ciascuno il castigo e il premio che ha meritato.
18,00

Il giornalino di Gian Burrasca

Il giornalino di Gian Burrasca

Vamba

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Edimedia (Firenze)

anno edizione: 2020

pagine: 176

Giannino Stoppani è un ragazzino di nove anni fin troppo vivace, soprannominato “Gian Burrasca” per il suo naturale talento a cacciarsi in ogni sorta di pasticci. Per il suo compleanno ha ricevuto in regalo dalla mamma un Giornalino, una sorta di diario in cui annota ogni giorno le sue avventure, i suoi scherzi, le sue marachelle, il suo modo particolarissimo di vedere il mondo. Ed è proprio il suo candore, la sua infantile ingenuità a creare ogni sorta di situazioni spassose e irriverenti, scardinando il mondo ipocrita e conformista degli adulti, e mettendo in serio imbarazzo amici e parenti: così riesce a mettere in fuga gli aspiranti fidanzati delle sorelle; scappa di casa e viaggia in un carro bestiame; strappa un dente al povero signor Venanzio con la canna da pesca; è fra gli organizzatori della rivolta nel collegio Pierpaoli al grido di “Viva la pappa col pomodoro”, e riesce infine – al termine di una spassosissima seduta spiritica – a farsi giustizia di Stanislao e Geltrude, l’improbabile coppia di direttori.Gian Burrasca ha una predisposizione naturale a sovvertire l’ordine e l’autorità degli adulti, a mettere in burletta le regole e i conformismi sociali, sempre disposto a lottare per la “libertà”, per il proprio irrefrenabile diritto a dire “tutta” la verità. Nel mondo trasfigurato dagli occhi di un bambino le verità precostituite perdono consistenza, le vicende vengono fraintese, il senso viene capovolto fino a disvelare quelle piccole-grandi bugie da cui trae legittimazione la società degli adulti.È per questo che il “Giornalino”, pur a distanza di tanti anni, si presta ancora oggi alla lettura di grandi e di piccini (non a caso Vamba dedicò il libro “ai ragazzi d’Italia perché lo facciano leggere ai loro genitori”). Il tutto condito dalla comicità ironica, scanzonata e irriverente del più genuino spirito toscano, pronto a dissacrare tutto e tutti (compreso se stesso), con generosità e cattiveria. Volume illustrato con oltre 100 disegni dell’edizione originale.
7,00

Trionfo della morte

Trionfo della morte

Gabriele D'Annunzio

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Edimedia (Firenze)

anno edizione: 2019

pagine: 232

Giorgio Aurispa, un eroe della degenerazione, votato al sentimento della morte, ai sensi lascivi e allucinati, malato di musica wagneriana, specchia i propri demoni interiori nella femme-fatale che lo seduce e accompagna, Ippolita Sanzio. Sullo sfondo di un Abruzzo misterioso e primitivo, tra deliqui notturni e ricordi del passato, tra ricerche di bellezza e perversioni d’amore, il romanzo, partito da esplorazioni antropologiche ed etnologiche della “razza” indigena, si fa a poco a poco travolgere da un sortilegio musicale, sino a far rivivere nei protagonisti le “vite anteriori” degli eroi wagneriani del Tristan und Isolde. Ricco di fasce simboliche e di reminiscenze culturali, il Trionfo della morte, quarto romanzo dannunziano, si presenta ancora oggi come perfetto testimone di tutta una teatralità della decadenza, viva e danzante per tutta l’Europa fin-de-siècle. Il volume è arricchito da una ricca appendice di risorse online, con QR code che rimandano a documenti disponibili in rete (siti web, testi, articoli, video, interviste, spezzoni di film).
12,00

Con gli occhi chiusi

Con gli occhi chiusi

Federigo Tozzi

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Edimedia (Firenze)

anno edizione: 2019

pagine: 127

Il volume è arricchito da una ricca appendice di risorse online, con QR code che rimandano a documenti disponibili in rete (siti web, testi, articoli, video, interviste, spezzoni di film). L’ombrosa atmosfera che spira dal mondo interiore di Pietro, inquieto adolescente innamorato di Ghìsola, produce nel lettore quasi un senso di allarme esistenziale, che poi l’intelligenza del testo contribuisce ad ascrivere anche allo stile personalissimo del romanzo, nonché al singolare e assai sperimentale suo realismo psichico. Si è così cercato di identificare nel corpo del romanzo taluni, impercettibili impulsi, ovvero precari moti interiori dei personaggi interpretabili in chiave non esclusivamente autobiografica e persino atteggiamenti sadici, gesti appena accennati, atti mancati, deliri, paure, che illuminano le nevrosi dei protagonisti e da considerare frutto della medesima maleducazione sentimentale, di quel disadattamento mentale che spesso prende avvio da una “innaturale” divaricazione fra mondo affettivo e sessualità. L’introduzione, la biografia e le note al testo, intendono richiamare peraltro le maggiori e più convincenti interpretazioni critiche che si sono succedute a sottolineare la grandezza dell’opera di Tozzi, ormai considerato dagli studiosi un classico del Novecento, e non soltanto nell’ambito delle lettere italiane.
10,00

La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene

La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene

Pellegrino Artusi

Libro: Libro in brossura

editore: Edimedia (Firenze)

anno edizione: 2017

pagine: 360

Il libro di ricette italiane più letto e conosciuto, ancora oggi fonte di ispirazione per i cuochi di tutto il mondo. Per chi desidera avere a portata di mano un manuale pratico di cucina casalinga davvero ben scritto e organizzato, ma anche per chi, meno esperto, desidera imparare tutti i trucchi del mestiere. Tutte le 790 ricette raccolte da Pellegrino Artusi in giro per l’Italia con grande passione – e da lui sempre sperimentate – sono descritte con cura, in modo semplice e sempre con un tono coinvolgente e conviviale, arricchite spesso da aneddoti piacevoli e piccoli racconti che fanno di questo testo anche un caposaldo della letteratura italiana (oltre che un’importante testimonianza storica). Ancora oggi questo ricettario riscuote un sempre rinnovato successo, tanto che è stato tradotto in moltissime lingue in tutto il mondo. Il volume è arricchito da una ricca introduzione e da un apparato di note al testo, prevalentemente di tipo lessicale, per “tradurre” ed esplorare numerose parole ed espressioni popolari, locuzioni e proverbi, francesismi e modi di dire toscani o romagnoli, che testimoniano una lingua del tutto nuova; quella che ha caratterizzato il primo tentativo di unificazione linguistica dell’epoca, seppur nell’ambito della cucina.
12,00

«Addio, figlio d'oro». Carteggio

«Addio, figlio d'oro». Carteggio

Giacomo Leopardi

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Edimedia (Firenze)

anno edizione: 2025

pagine: 367

Il volume è arricchito da una ricca appendice di risorse online, con QR code che rimandano a documenti disponibili in rete (siti web, testi, articoli, video, interviste, spezzoni di film). Monaldo, Adelaide Antici, Carlo, Paolina, Luigi e Pierfrancesco Leopardi, rispettivamente genitori e fratelli di Giacomo, furono coloro con i quali il poeta condivise la residenza nel palazzo avìto di Recanati e trascorse la giovinezza e la prima maturità. Una volta allontanatosi dal paese natale, Leopardi mantenne i contatti con loro attraverso la corrispondenza. I carteggi più rilevanti, sia per la preponderanza numerica che per la rilevanza dei contenuti, sono quelli con il padre e con Carlo e Paolina. Non sono tuttavia prive di interesse anche le missive scambiate con i fratelli più giovani, Luigi e Pierfrancesco, nonché con la madre. Questo volume propone l’edizione integrale della corrispondenza di Giacomo Leopardi con questi suoi familiari. L’ampio saggio introduttivo argomenta e chiarisce non solo le caratteristiche di tale nucleo di corrispondenza, ma anche dell’intera scrittura epistolare leopardiana mentre il commento al testo, snello ma tuttavia esaustivo, costituisce una guida funzionale alla fruizione di queste missive sia in termini informativi sia relativamente allo scioglimento di nodi interpretativi e alla proposizione di talune chiavi di lettura. Risulta così possibile instaurare un confronto consapevole con questa scrittura epistolare che costituisce la più vivida testimonianza di un Leopardi “inedito”, le cui tensioni speculative riescono a stemperarsi entro le forma del dialogo, dell’affetto e della confidenza e il cui strutturale pessimismo può persino sciogliersi, per amore dei familiari, in un sobrio e pacato ottimismo.
22,00

Memorie. Secondo la traduzione anonima del 1788

Memorie. Secondo la traduzione anonima del 1788

Carlo Goldoni

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Edimedia (Firenze)

anno edizione: 2025

pagine: 496

Pubblicate originariamente in francese nel 1787 con il titolo Mémoires de M. Goldoni, rappresentano l’autobiografia di uno dei massimi drammaturghi del Settecento europeo. Redatte durante il suo soggiorno a Parigi, nel periodo in cui era attivo alla corte di Luigi XVI, le Memorie ripercorrono con tono brillante e ironico l’intera parabola della sua vita, dalla nascita a Venezia nel 1707 fino agli ultimi anni trascorsi in Francia. Goldoni intreccia il piano personale con quello storico e culturale, offrendo un affresco vivace della società veneziana, italiana e francese del suo tempo. Vi si ritrovano episodi familiari, ricordi d’infanzia, studi giuridici, l’inizio della carriera teatrale, i successi e le controversie, compreso il celebre contrasto con Carlo Gozzi sulla riforma del teatro comico. Il racconto prosegue con la descrizione del trasferimento a Parigi e della sua attività alla Comédie-Italienne, dove portò avanti il suo progetto di un teatro più realistico e meno artificioso. Goldoni si presenta come un uomo moderato, arguto, guidato dal gusto per l’osservazione dei caratteri e dalla volontà di riformare il teatro in senso civile e moderno. Le Memorie non sono solo la cronaca di una vita, ma anche una riflessione sull’arte drammatica, sulla società del tempo e sul mestiere dello scrittore. Attraverso uno stile limpido e colloquiale, ci restituisce un’immagine di sé come testimone e protagonista di un’epoca in trasformazione, sospesa tra l’eredità della tradizione e le spinte illuministiche. Espansione online – Il volume è arricchito da una ricca appendice di risorse esterne, con QR code che rimandano a documenti disponibili in rete (siti web, testi, articoli, video, interviste, spezzoni di film).
22,00

Storia della colonna infame

Storia della colonna infame

Alessandro Manzoni

Libro

editore: Edimedia (Firenze)

anno edizione: 2025

Milano, 1630. Mentre infuria la peste (la stessa de I promessi sposi) comincia a circolare il sospetto che i responsabili siano esseri diabolici, gli “untori”, che la diffondono con pozioni e intrugli di loro fabbricazione. La fantasia popolare dilaga e dei poveri innocenti vengono malmenati o addirittura linciati dalla folla inferocita. La storia che racconta Alessandro Manzoni, basandosi come al solito su documenti autentici, è quella di un processo sommario a dei presunti “untori” che i giudici avevano fretta di trasformare in capri espiatori a cui accollare la responsabilità del contagio. La legislazione dell’epoca prevedeva l’uso della tortura per cui si riesce facilmente a farli confessare; la condanna a morte viene eseguita con un protocollo dalla ferocia inaudita. Quasi due secoli dopo Manzoni “riapre” il processo per dimostrare che i giudici pur «con la più ferma persuasione dell’efficacia dell’unzioni, e con una legislazione che ammetteva la tortura [e aggiungiamo, pur con l’enorme pressione sociale provocata dalle circostanze], potevano riconoscere innocenti». Ogni uomo, anche nelle circostanze più avverse, sostiene Manzoni, ha il dovere e la possibilità di esercitare il suo libero arbitrio e di scegliere tra il bene e il male. La coscienza individuale si deve imporre a qualsiasi «sogno perverso e affannoso» in cui la barbarie cerca di farla naufragare. Dopo aver fissato, con I promessi sposi, il modello di romanzo storico ottocentesco, Manzoni compie un balzo in avanti, inaugurando, con incredibile modernità e anticonformismo, un genere nuovo, quello del romanzo-inchiesta su casi giudiziari legati alla corruzione della giustizia, genere la cui eredità fu raccolta e dichiarata, nel secolo scorso, da Leonardo Sciascia.
4,99

Novelle rusticane

Novelle rusticane

Giovanni Verga

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Edimedia (Firenze)

anno edizione: 2025

pagine: 112

In questa raccolta, pubblicata nel 1883, Verga prosegue il progetto verista volto a rappresentare la realtà sociale, in particolare della Sicilia contadina, attraverso i canoni dell’impersonalità. Rispetto a Vita dei campi assistiamo però a un ulteriore scatto nello sviluppo di questa poetica. I protagonisti delle Novelle rusticane non sono infatti più solo vittime passive della miseria o della fatalità, ma diventano attori più o meno consapevoli della catena della sopraffazione: così gli oppressi si trasformano a loro volta in oppressori, mossi dalla velleitaria aspirazione a migliorare la propria condizione materiale. Verga descrive un mondo dominato da una legge implacabile, la “lotta per la vita”, dove l’individuo è prigioniero del proprio ambiente e delle convenzioni sociali, incapace di emanciparsi o di aspirare a un reale riscatto. Tra le novelle più significative ricordiamo Libertà, che rievoca in forma tragica i moti contadini del 1860; e La roba, incentrata sull’ossessione del possesso e sull’aridità morale del ricco possidente Mazzarò. Altre novelle, come Pane nero, riflettono le tensioni tra poveri e ricchi, tra giustizia ideale e brutalità storica reale. Lo stile è essenziale, asciutto, spesso caratterizzato da un linguaggio vicino al parlato e da un uso frequente del discorso libero indiretto, che consente di rappresentare il punto di vista dei personaggi senza interventi dell’autore. In questo modo Verga accentua il senso di fatalismo e di immobilità sociale, offrendo un quadro crudo e disilluso della società preindustriale italiana. Espansione online – Il volume è arricchito da una ricca appendice di risorse esterne, con QR code che rimandano a documenti disponibili in rete (siti web, testi, articoli, video, interviste, spezzoni di film).
12,00

Sette anni di sodalizio con Giacomo Leopardi

Sette anni di sodalizio con Giacomo Leopardi

Antonio Ranieri

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Edimedia (Firenze)

anno edizione: 2024

pagine: 135

Il volume è arricchito da una ricca appendice di risorse online, con QR code che rimandano a documenti disponibili in rete (siti web, testi, articoli, video, interviste, spezzoni di film). Nel 1880 un ormai anziano Antonio Ranieri (1806-1888) decide di raccontare, dopo mezzo secolo di silenzio, la storia dei sette anni di amicizia con Giacomo Leopardi (1898-1837). Il suo intento era quello di far conoscere finalmente a tutti, anche a coloro che dubitavano del suo affetto disinteressato, la verità su quella convivenza e soprattutto l’abnegazione con la quale, insieme alla sorella Paolina Ranieri, aveva curato e assistito l’amico, soddisfacendolo in tutto, perfino procurandogli i tanto amati gelati, granite, “taralli”, “cartocci di cannellini”. Vide così la luce a Napoli il volumetto Sette anni di sodalizio con Giacomo Leopardi, che fin da subito provocò feroci polemiche per i particolari fastidiosi attraverso i quali Ranieri rivelava gli aspetti più intimi della vita di Giacomo, soprattutto delle sue malattie e delle sue manie. Ma i Sette anni è anche il libro che ha consacrato la fama di Antonio Ranieri. Che significato può avere allora una nuova edizione di un libro così controverso, così divisivo, che vede Ranieri ancora oggi sul banco degli imputati in un processo mai concluso? Un significato importante, a nostro parere, perché questa nuova edizione è un invito ad andare oltre la prima impressione e a individuare alcuni particolari della vita dei due sodali, che probabilmente sono genuini e che ci fanno cogliere, come non mai, la quotidianità del poeta, il suo carattere, la sua forza, le sue fragilità. Attraverso le note al testo abbiamo cercato di dare voce anche a Leopardi, suo malgrado l’altro protagonista, non solo approfondendo situazioni e avvenimenti, ma facendo “raccontare a lui”, attraverso le sue lettere e i suoi documenti, quei famosi sette anni. In tal modo il lettore potrà facilmente confrontare, quasi fosse una sinossi, quello che viene narrato da Ranieri e quello che realmente avvenne, secondo le testimonianze biografiche dello stesso poeta. Con questo tipo di lettura e di vaglio, i Sette anni possono diventare un documento un po’ più attendibile, dal quale eliminare la parte infestante e fare tesoro di certi dati autentici, che nel nostro commento abbiamo arricchito con alcune curiosità e piccole vicende non così conosciute.
14,00

Commedie

Commedie

Vittorio Alfieri

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Edimedia (Firenze)

anno edizione: 2024

pagine: 551

Il volume è arricchito da una ricca appendice di risorse online, con QR code che rimandano a documenti disponibili in rete (siti web, testi, articoli, video, interviste, spezzoni di film). Pubblicando per la prima volta un’edizione commentata delle sei Commedie di Alfieri si è inteso offrire a un pubblico più vasto opere finora conosciute solo da una cerchia limitatissima di studiosi. In realtà queste Commedie alfieriane hanno avuto una scarsa fortuna anche di critica, e ciò perché il grande Astigiano è stato sempre esaltato come sommo tragico, mentre è stato ignorato o sminuito come comico. Le sue opere nell’ambito di quel genere sono state considerate capricciose bizzarrie di un Alfieri minore: in effetti la critica alfieriana ha cominciato a occuparsi seriamente delle Commedie, riconoscendone l’importanza e il valore, solo a partire dagli anni Settanta del secolo scorso. Va detto subito che la comicità delle Commedie non è quasi mai gratificante, e anche il riso è raro, e per lo più amaro, più da satira che da commedia, ma la sua natura sarcastica non la rende meno geniale. Delle Commedie le prime quattro sono politiche, dedicate a dichiarare la sfiducia assoluta per tutti i classici regimi di governo: la monarchia nell’Uno, l’oligarchia nei Pochi, la democrazia nei Troppi, mentre L’Antidoto propone un regime misto che dovrebbe rappresentare il tipo di governo ideale. La quinta è La Finestrina, definita dallo stesso autore «aristofanica» e rappresenta, per riconoscimento generale, la commedia nella quale l’estro comico alfieriano si esprime ai più alti livelli, sia per stile che per invenzione, e quella dove si aprono maggiori spiragli verso una comicità leggera e ariosa. Grandiosamente cupo è invece il mondo della sesta commedia, Il Divorzio, che rappresenta la sola opera nella quale Alfieri abbia messo in scena un ambiente borghese. Con questa commedia, che è anche la sua ultima opera in assoluto, Alfieri dà il suo addio alla letteratura, esprimendo col furore creativo delle opere più riuscite la visione pessimistica del mondo e della realtà italiana in cui si trovava immerso. Nelle Commedie ha poi un’eccezionale importanza il linguaggio, che per rappresentare una realtà così greve e triviale deve essere inevitabilmente “basso”, ma anche vigoroso ed espressivo, veramente da stile comico-satirico: in una parola espressionistico ante litteram. E Alfieri lo trova nel vernacolo fiorentino parlato, che dopo dieci anni di permanenza a Firenze era certamente in grado di comprendere, gustare e usare tanto efficacemente da coglierne la linfa vitale e farla circolare nelle Commedie. Il fiorentino che Alfieri fa parlare ai suoi personaggi è tanto vero, e naturalmente realistico, da risultare pienamente godibile ancora oggi, al punto che da qualche scambio di battute si può perfino ricavare l’illusione di star ascoltando un dialogo odierno tra fiorentini.
24,00

Mastro-don Gesualdo

Mastro-don Gesualdo

Giovanni Verga

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Edimedia (Firenze)

anno edizione: 2024

pagine: 279

Il volume è arricchito da una ricca appendice di risorse online, con QR code che rimandano a documenti disponibili in rete (siti web, testi, articoli, video, interviste, spezzoni di film). Mastro-don Gesualdo, un muratore che con il suo duro lavoro è riuscito ad accumulare una discreta fortuna e a innescare una sua personale ascesa sociale, incarna il prototipo della piccola borghesia emergente, con i suoi valori di operosità, concretezza, laboriosità. Ma il tentativo di riscatto si rivelerà tragicamente velleitario. Nonostante abbia sacrificato tutta la vita ad accumulare ricchezze non sfuggirà al destino di vinto: la “roba” accumulata non riuscirà a salvarlo. Abbandonato da tutti, respinto dalla propria stessa famiglia, finirà per morire in miseria, solo, disprezzato sia dai nobili che dalla servitù. Il destino non si governa, l’evoluzione sociale lascia sempre una scia di vittime. È questo lo scotto da pagare per aver abbandonato la sicurezza della propria tradizione familiare, e aver accarezzato una pretestuosa idea di “progresso”.
14,00

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