Libri di Andrea Chelo
La tutela della libertà morale nella formazione della prova penale
Andrea Chelo
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2025
pagine: 260
Diritto processuale penale
Fabio Alonzi, Roberta Aprati, Andrea Chelo, Francesca Cortese, Alessandro Diddi, Katia La Regina, Antonella Marandola, Francesco Vergine
Libro: Libro in brossura
editore: La Tribuna
anno edizione: 2024
pagine: 848
Il manuale riscostruisce il sistema processuale penale alla luce della legislazione vigente (che ha visto tra gli ultimi interventi la L. 168/2023, Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica, e il D.Lgs. n. 31/2024, Disposizioni integrative e corrrettive del D.Lgs. n. 150/2022) e dei continui interventi della giurisprudenza, sia di legittimità che sovranazionale. La trattazione è affrontata in chiave dinamica, iniziando cioè la trattazione dalla notitia criminis – che non solo formalmente segna il momento dal quale prende avvio il fenomeno oggetto del presente studio – per poi seguire lo svolgimento del procedimento, durante l’intero arco del suo sviluppo, fino alla fase esecutiva. Lo scopo è quello di mostrare, allo studente in primis, l’esatta fenomenologia processuale e consentire così di poter seguire, fase dopo fase, il progredire delle attività di una ideale inchiesta giudiziaria. Il volume si caratterizza non solo per la scientificità e la chiarezza espositiva ma anche per l’articolazione su differenti livelli espositivi, contraddistinti anche graficamente, che permettono allo studente di far propri i concetti fondamentali della materia per poi, man mano, affrontare le questioni più operative e porre la sua attenzione sui profili più problematici della materia.
L'autosufficienza del ricorso per Cassazione nel processo penale
Andrea Chelo
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2020
Il principio di autosufficienza del ricorso per cassazione è stato introdotto dalla giurisprudenza e si è successivamente sviluppato in ambito penale in ragione di un’esigenza precisa: impedire, a fronte di un ampliamento del motivo di ricorso attinente ai vizi della motivazione, che la Suprema Corte fosse costretta, per poter decidere, ad una rilettura di tutti gli atti processuali. Storicamente inteso come la necessità che il ricorso recasse in sé (mediante trascrizione) o con sé (mediante allegazione) gli atti in riferimento ai quali venivano formulate le censure alla sentenza impugnata, il principio è stato interpretato così variamente dalla giurisprudenza da rendere necessari dapprima l’adozione di un protocollo tra la Suprema Corte di cassazione ed il Consiglio Nazionale Forense e, successivamente, addirittura un intervento normativo: ciò al fine di individuare coordinate certe entro le quali l’interprete potesse muoversi. Il presente studio, dopo aver inquadrato le ragioni che hanno portato alla nascita del canone di autosufficienza del ricorso nel processo civile e all’estensione della sua applicazione nel processo penale, cerca di delineare l’evoluzione avuta dal principio negli ultimi decenni, per poi suggerire, attraverso riflessioni di natura sistematica, quale dimensione possa essere legittimamente riconosciuta all’“autosufficienza” o alla luce dell’attuale contesto normativo.
Il «processo alle cose». Atti della prima sessione del convegno «Il 'processo alle cose' e le 'nuove' impugnazioni: un bilancio a 30 anni dal 'nuovo' codice»
Leonardo Filippi, Maria Francesca Cortesi, Andrea Chelo
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Scientifiche Italiane
anno edizione: 2019
pagine: 152
Oramai da quindici anni la cattedra di Diritto processuale penale dell'Università di Cagliari e il Comitato sardo tra gli studiosi del processo penale organizzano, con la collaborazione di altri organi istituzionali o rappresentativi delle categorie interessate, un convegno annuale quale occasione di confronto tra studiosi della materia e operatori giuridici in relazione alle ultime frontiere del processo penale, ovvero in riferimento alle più rilevanti modifiche normative che lo interessano. È in questo contesto che il convegno dell'estate 2018, organizzato con il contributo del Banco di Sardegna, è stato pensato per affrontare due temi di estrema attualità: quello del "processo alle cose", fenomeno divenuto sempre più rilevante nell'ultimo periodo, ad opera di istituti nuovi o di istituti frutto di rielaborazione giurisprudenziale; quello delle recenti modifiche in tema di impugnazione introdotte dalla cosiddetta "legge Orlando". Il presente volume raccoglie le relazioni, gli interventi della tavola rotonda e gli interventi programmati della prima sessione del convegno.
Il mandato di arresto europeo
Andrea Chelo
Libro
editore: CEDAM
anno edizione: 2010
pagine: XXII-416
Il mandato di arresto europeo è molto più di una nuova estradizione "targata" Europa. È il frutto di una rivoluzione culturale e rappresenta esso stesso una rivoluzione culturale; e come tutte le rivoluzioni ha ricevuto plauso e critiche, valutazioni positive e negative. Il recepimento, nel nostro ordinamento, della decisione quadro 2001/584/GAI istitutiva dell'"euromandato" è stata un'opera ardua, caratterizzata da un iter parlamentare lungo, travagliato e denso di compromessi. Muovendo da ciò, la ricerca, incentrata sull'analisi della nuova procedura di consegna così come implementata dal legislatore italiano con la legge n. 69 del 2005 e come applicata sul territorio nazionale, ha l'aspirazione di fornire un quadro più dettagliato dell'operatività del nuovo istituto di cooperazione giudiziaria, attraverso un'analisi normativa condotta alla luce dei numerosi contributi interpretativi forniti da dottrina e giurisprudenza. Lo studio, ad un lustro dall'entrata in vigore delle legge di recepimento, cerco così di evidenziare lacune, contraddizioni ed aspetti problematici della disciplina, suggerendo, nei casi in cui è possibile, perfezionamenti legislativi o interpretazioni alternative.