Libri di Antonino Infranca
Apocalisse. L'inizio e la fine della modernità
Antonino Infranca
Libro: Libro in brossura
editore: Asterios
anno edizione: 2021
pagine: 64
L’Apocalisse è un testo fondamentale della civiltà occidentale. Apocalisse è un termine del linguaggio comune che indica una catastrofe sia storica che naturale. La Modernità è nata da un’apocalisse: la Conquista dell’America, cioè dall’Olocausto di decine di milioni di esseri umani compiuto in nome del Dio dell’Apocalisse. Da quella apocalisse iniziale si è sviluppata una forma di civilizzazione che ha forgiato l’economia, la società, la natura dell’intero pianeta. È nata anche una forma di dominio sugli esseri umani e sulla natura che sta portando l’intero pianeta alla sua distruzione, a una nuova apocalisse. Gli intellettuali eurocentrici hanno avuto scarsa coscienza di quell’apocalisse iniziale e non sanno come affrontare l’apocalisse prossima ventura.
I filosofi e le donne
Antonino Infranca
Libro: Libro in brossura
editore: Manifestolibri
anno edizione: 2010
pagine: 143
Questo libro non intende analizzare il problema teoretico dell'amore, piuttosto raccontare significativi rapporti d'amore tra alcuni filosofi e le donne con cui sono stati in relazione. Soltanto narrando storie si può rivelare la verità, come se si trattasse di miti. Il racconto si fonda sulle parole d'amore che le varie coppie si sono realmente scambiate. L'autore sceglie quattro storie, diversissime tra loro e omogenee al tempo stesso: quella archetipica di Abelardo ed Eloisa, la relazione tra Lukàcs e Irma Seidler, e quelle tra Hannah Arendt e Martin Heidegger, tra Jean Paul Sartre e Simone De Beauvoir. Nel rileggere queste quattro vicende possiamo forse trarne in forma inconsueta qualche elemento per giudicare il valore dei sistemi teoretici che questi pensatori hanno prodotto. Perché la filosofia non è un mero strumento di pensiero ma è anche un sistema di dominio e di potere. E nel rapporto con le donne questa sua natura si manifesta spesso nella forma più evidente.
L'altro occidente. Sette saggi sulla filosofia della liberazione
Antonino Infranca
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2010
pagine: 308
Il libro è dedicato alla "filosofia della liberazione", e in particolare a Enrique Dussel, uno dei maggiori filosofi viventi. La filosofia della liberazione è una corrente filosofica che proviene dalla "periferia" del mondo, dagli esclusi e dai poveri e mette in discussione la globalizzazione oggi dominante e le forme ideologiche che la sostengono. Il volume è una presa di posizione critica e, allo stesso, una rilettura della tradizione filosofica dell'Occidente a partire da una filosofia dell'altro Occidente. Il confronto con l'altra cultura occidentale supera l'egemonia occidentale e spinge verso una nuova concezione filosofica universale.
Individuo, lavoro, storia. Il concetto di lavoro in Lukàcs
Antonino Infranca
Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2011
pagine: 346
La responsabilità sociale del filosofo
György Lukács
Libro: Libro in brossura
editore: Asterios
anno edizione: 2017
pagine: 77
“La responsabilità sociale del filosofo” è un abbozzo dell’etica che Lukács non arrivò mai a scrivere. Questo saggio fu pubblicato per la prima volta dopo la morte del filosofo, e non si ha completa certezza riguardo al momento in cui fu composto, probabilmente dovrebbe essere datato agli anni Cinquanta. Non esiste un’etica marxista e Lukács continua ad essere l’unico filosofo di orientamento marxista che abbia tentato una definizione di questa sfera del pensiero umano. L’etica marxista dovrebbe prestare maggiore attenzione al punto di vista hegeliano, e comprendere che, quando l’uomo agisce, necessariamente abbandona l’ambito dell’etica ed entra in quello della vita quotidiana. Engels fu anche il primo a formulare il problema della responsabilità storico-sociale, sostenendo che l’uomo agisce a partire dalle proprie condizioni sociali. Ogni comportamento etico è soggettivo, nella misura in cui parte dalle convinzioni e intenzioni dell’autore e delle circostanze sotto le quali costui agisce. Solo successivamente questa azione entra in relazione con altri esseri umani, o con altre azioni soggettive di altri esseri umani, e arriva a costituire una universalità.
Addio al lavoro? La metamorfosi e la centralità del lavoro nell'era della globalizzazione
Ricardo Antunes
Libro: Libro in brossura
editore: Asterios
anno edizione: 2019
pagine: 206
"L’ampio processo di ristrutturazione del capitale, scatenato su scala globale agli inizi degli anni settanta, ha un carattere multiforme: da un lato presenta tendenze all’intellettualizzazione della forza lavoro, specialmente nelle cosiddette tecnologie dell’informazione e della comunicazione, dall'altro accentua, su scala globale, i livelli di precarizzazione e informalità dei lavoratori e delle lavoratrici. La nostra ipotesi centrale è che nel mondo capitalistico contemporaneo, lungi dall'esserci una contrazione o un allentamento della legge del valore, sta avvenendo un significativo ampliamento dei suoi meccanismi di funzionamento, nel quale è emblematico il ruolo svolto dal lavoro – è ciò che definisco la nuova morfologia del lavoro. Un’analisi del capitalismo nell'era della sua mondializzazione e finanziarizzazione ci obbliga a comprendere che le forme vigenti di valorizzazione del valore portano in sé nuovi meccanismi generatori di pluslavoro, nello stesso tempo in cui espellono dalla produzione un’infinità di lavoratori che diventano eccedenti, scartabili e disoccupati. E questo processo ha una chiara funzionalità per il capitale, giacché permette l'ampliamento, su larga scala, della massa dei disoccupati, il che riduce ancora di più la remunerazione della forza lavoro su scala globale, attraverso la contrazione dei salari delle donne e degli uomini occupati. Nel pieno dell'esplosione della più recente crisi globale, che ha il suo epicentro nei paesi del Nord, questo quadro si amplia a dismisura e ci presenta un enorme "spreco" di forza di lavoro umana ed una corrosione ancora maggiore del lavoro contrattato e regolamentato di matrice taylorista-fordista, che è stato dominante nel corso del ventesimo secolo". (Ricardo Antunes)
Vie traverse. Lukàcs e Anders a confronto
Libro: Libro in brossura
editore: Asterios
anno edizione: 2019
pagine: 208
Il confronto tra G. Lukàcs e G. Anders è, dir poco, singolare, vista la lontananza teoretica tra due autori che hanno comunque lasciato un'impronta indelebile sulla scena filosofica del '900. La riproposizione di un sorprendente carteggio inedito in italiano, fra loro intercorso a fasi intermittenti tra il 1964 e il 1971, può essere l'occasione di esplorare vie oblique e insieme convergenti che investono questioni urgenti e drammatiche della contemporaneità (l'estraneazione e la manipolazione dell'uomo, l'invasività della tecnica moderna, l'interesse per Kafka, la militanza politica, il socialismo, il pacifismo e l'appello in difesa di Angela Davis). I saggi del presente volume tentano di approfondire l'analisi al riparo da facili schematismi e pregiudizi ideologici.
Tecnecrate. Dialogo
Antonino Infranca
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2019
pagine: 144
In una piazza di Siracusa, all’inizio del IV secolo a.C., due personaggi dialogano: Tecnecrate (in greco “potere dell’arte”), vecchio cieco mendicante, e Theoutimene (in greco “ciò che rimane di Dio”), nipote del tiranno Dionigi. Nel dialogo è narrata la vita di Tecnecrate che, da fenicio di Mozia, cambia la sua matrice etnica diventando greco. La vita di Tecnecrate è particolarmente tragica perché si ribella, prima, alla tradizione etnica fenicia, comunicando ai greci il segreto della fusione dell’acciaio, poi alla tradizione etnica greca, scolpendo la statua dell’Efebo di Mozia per i fenici. Gli dei fenici, prima, e gli dei greci, poi, si vendicheranno di lui, fino a costringerlo ad auto-accecarsi e a vivere da mendicante a Siracusa. La sua storia, però, serve a Theoutimene per conoscere l’orrore e accompagnare la liberazione dell’essere umano dalle tradizioni che lo costringono.
Capitalismo virale. Pandemia e trasformazioni del lavoro
Ricardo Antunes
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2021
pagine: 48
L’idea che il socialismo sia finito è una finzione che, sfortunatamente, trova molti adepti. Se il capitalismo ha avuto bisogno di almeno tre secoli per formarsi, perché pretendere che il socialismo si sarebbe dovuto costituire e affermare, nella sua pienezza, in un unico secolo? La pandemia del capitale ha fatto della reinvenzione di un nuovo modo di vivere il maggiore imperativo del nostro tempo.
Cinque tesi sul populismo
Enrique Dussel
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2021
pagine: 64
I modelli economici e politici superstiti sembrano essere soltanto due: il neoliberismo e le tendenze populiste e neonazionaliste di alcuni governi latinoamericani. Enrique Dussel, tra i più eminenti filosofi del Sudamerica e figura di spicco del movimento Filosofia della Liberazione, analizza questa opposizione con gli strumenti delle scienze sociali. Il dilagante successo di certi populismi diventa quindi occasione per riflettere sia sul concetto di leadership – e scongiurare così l’ascesa di dittature carismatiche – sia per rimettere al centro del dibattito le questioni del “popolo” e del “popolare”: concetti chiave per una democrazia rinnovata che crei nuove istituzioni di partecipazione.
Lukacs maestro di pensiero critico
Istvan Meszáros
Libro
editore: Edizioni Punto Rosso
anno edizione: 2022
pagine: 380
"Per quanto lo stesso Lukács non sia riuscito a svolgere la critica radicale necessaria nei confronti dell'ordine sociale post-rivoluzionario, il rifiuto appassionato e intellettualmente coerente della prospettiva di un disarmante pessimismo è rimasto parte legittima e valida del suo discorso. Nel momento in cui il collasso definitivo dello Stato sovietico avrebbe minacciato anche il suo ultimo Prinzip Hoffnung, egli non era più in vita. L'implosione del sistema capitalistico di tipo sovietico ha concluso un'espe- rienza storica durata sette decenni, rendendo storicamente superate tutte le teorizzazioni e le strategie politiche concepite nell'orbita della rivoluzione russa - sia in senso positivo che come varie forme di negazione. Il collasso del sistema non è separabile dalla crisi strutturale del capitale iniziata negli anni settanta. Quella crisi dimostrò chiaramente la vacuità delle strategie prece- denti, fosse il progetto di Stalin di costruire il socialismo superando gli Stati Uniti nella produzione pro-capite di ghisa, o quello altrettanto assurdo del post-stalinismo di costruire una società comunista pienamente emancipata sconfiggendo il capitalismo con una competizione pacifica. Nel sistema capi- talistico di fatto non ci può essere alcuna "competizione pacifica"; neppure quando una delle parti in competizione continua a illudersi di essere libera dalle deformanti costrizioni strutturali del capitale nella sua forma storica- mente specifica".
Postmodernità e transmodernità. Sulla filosofia di Gianni Vattimo
Enrique Dussel
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2022
pagine: 80
Enrique Dussel, esponente dell’etica critica, fondatore della Filosofia della Liberazione, legge e commenta Gianni Vattimo, che ha inaugurato con il “pensiero debole” l’era del postmoderno. Quale pensiero abitare e quale mondo immaginare dopo il tramonto della modernità? Per Dussel è impossibile parlare del filosofo torinese senza tener conto del quadro storico del pensiero europeo, che gli permette di riconoscere parzialità e pregiudizi quasi connaturati in una filosofia che si è pretesa “centro” del mondo. Ecco perché alla fine del moderno annunciata da Vattimo, il filosofo della liberazione risponde con il concetto nuovo di “transmoderno”, che mette a valore la posizione etica della “periferia” e delle vittime della globalizzazione: gli esclusi, gli sfruttati, gli emarginati, le culture altre. Un dialogo intenso, fra esponenti di correnti filosofiche diverse, per mettere in questione i luoghi comuni della nostra contemporaneità.