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Libri di Franco Debenedetti

Franco Debenedetti. Due lingue, due vite. I miei anni svizzeri. 1943-1945

Franco Debenedetti. Due lingue, due vite. I miei anni svizzeri. 1943-1945

Franco Debenedetti

Libro

editore: Marsilio Arte

anno edizione: 2024

pagine: 288

Nel 1943, con i tedeschi che occupavano l’Italia e le milizie fasciste della RSI che si andavano ricostituendo, la famiglia Debenedetti giudicò che fosse diventato troppo pericoloso per chi portava quel cognome restare in Italia. Presero dunque tutti «la via del rifugio» per la Svizzera e scrivere “il diario” diventò per Franco e suo fratello Carlo una spontanea abitudine. Fu sicuramente il fatto che la loro madre comperò i quaderni a spingerli ad aggiornare quotidianamente quelle pagine, ma non deve essere stato facile, soprattutto quando si aggiungeva ai compiti da fare e poi al tedesco da imparare. Oltre che a raccogliere i loro ricordi, conservarono la documentazione di quello che facevano: i biglietti dei treni, le cartine geografiche dei luoghi che visitavano, le lettere che riuscivamo a ricevere aggirando la censura e che avrebbe potuto svelare dove erano nascosti. Quella di conservare la documentazione diventò per Franco quasi un’ossessione e con l’avanzata degli alleati, con il volgere della guerra al suo termine, e poi con il disvelamento degli orrori dei campi di sterminio, prese a ritagliare e conservare gli articoli dei giornali e le fotografie che apparivano sui periodici. Con questa straordinaria pubblicazione Franco Debenedetti, attraverso “l’anastatica” di grande parte delle pagine scritte in perfetta calligrafia del suo diario e con l’aggiunta di attuali annotazioni trasforma un ricordo privato in una testimonianza intensa e profonda di quello che deve essere lo stato d’animo di molti dei perseguitati dai regimi. Un’esortazione a farsi che tutto ciò non si ripeta.
33,00

Bele sì (proprio qui). Ebrei ad Asti

Bele sì (proprio qui). Ebrei ad Asti

Maria Luisa Giribaldi, Rose Marie Sardi

Libro: Libro in brossura

editore: Morcelliana

anno edizione: 2024

pagine: 256

Leggendo nel rotolo della Legge durante il suo bar mitzwah, il ragazzino perde il segno; bele sì, gli suggerisce sottovoce il rabbino. Bele sì, proprio qui. Qui, in questa pagina. Qui, in questo luogo. Il Libro e Asti. Leggere le Scritture ad Asti: è ciò che tale lavoro vuole documentare, per questo raccoglie dati e date, narra di persone e di fatti, descrive la vita della comunità israelitica che in Asti si insediò, ad Asti visse per secoli, crebbe, fiorì e poi si estinse. I suoi membri se ne allontanarono fisicamente, andando a vivere in città più grandi, e culturalmente, andando a far parte di più ampie comunità. C'è un periodo chiave in questa storia, tra l'ultimo decennio dell'800 e il primo del '900. Anche per la comunità di Asti nel suo insieme quello fu un periodo di eccezionale apertura e visibilità nel contesto cittadino: ma fu anche l'inizio della diaspora della comunità, e con essa dell'accelerazione del processo di assimilazione. Nulla lasciava presagire la “grande carneficina”. La Shoah cambia tutto. Molte sono le strade che hanno preso quelli che sono usciti dalle tante Asti d'Italia e del mondo. Ci sono quelli che ebrei lo sono nel rispetto della ritualità, nella conoscenza della lingua, nell'osservanza delle norme; e ci sono quelli interamente secolarizzati. Ci sono quelli per cui l'essere ebreo è diventare israeliano, altri per cui è avere il mondo come patria. Ci sono ortodossi e riformati. Ci sono cattolici che restaurano la sinagoga, ed ebrei orgogliosi di non averne una. Ci sono ebrei che immaginano il paradiso «come recupero delle piccole cose, dei particolari, delle cose che appaiono a noi insignificanti». Ma in che senso pensano se stessi gli ebrei, quelli che sanno di esserlo, quelli che non sanno come esserlo, quelli che non sanno se esserlo? Per alcuni l'origine astigiana è l'unico legame con il loro passato, l'unica cosa che li fa (essere? sentire? rappresentarsi? ricordarsi?) ebrei. (Franco Debenedetti).
23,00

Fare profitti. Etica dell'impresa

Fare profitti. Etica dell'impresa

Franco Debenedetti

Libro: Copertina morbida

editore: Marsilio

anno edizione: 2021

pagine: 320

Come era accaduto durante la Grande Depressione, il capitalismo è oggi sotto attacco, tra voci critiche che vorrebbero «resettarlo» e nuove forme di responsabilità sociale attribuite alle aziende. Nell'epoca della rivoluzione digitale e dei communication media, in cui si sono moltiplicati i canali di accesso all'informazione, politici ed economisti si domandano se società per azioni e industria finanziaria, vere artefici di questa rivoluzione, siano all'origine dei grandi problemi sistemici. Che fare, allora? «Cambiare tutto, modificare le regole di un capitalismo che ha mantenuto le sue promesse: fare profitti e creare ricchezza per tutti?», si chiede Franco Debenedetti. «No, certo. Ci sono altri sistemi per aumentare i salari minimi, per ridurre le emissioni, per modificare il finanziamento della politica: la certezza della legge e le iniziative delle democrazie». A cinquant'anni da uno storico articolo in cui il premio Nobel Milton Friedman scrisse che la responsabilità delle imprese consiste nel fare più profitti possibile, nel rispetto delle regole fondamentali della società, l'autore propone un viaggio al cuore dell'impresa per definirne la natura, i soggetti, i diritti e gli interessi al tempo delle aziende Big Tech e della pandemia. Per leggere e affrontare i cambiamenti in atto, analizza la crisi della produttività, la tendenza al monopolio dei giganti del Web e le ricadute sulla politica, e riflette sul tema della diseguaglianza, tra classi sociali come tra vertici e dipendenti. La libertà di scambiare, sperimentare, immaginare, investire e fallire è l'ingrediente principale dell'innovazione: ha determinato il successo della società per azioni fin dalla Venezia medioevale e dall'Inghilterra delle grandi esplorazioni. Anche oggi promuovere la creatività impone di moltiplicare i contatti, di favorire l'incontro di idee e competenze diverse, di esporsi alla concorrenza.
18,00

Scegliere i vincitori, salvare i perdenti. L'insana idea della politica industriale

Scegliere i vincitori, salvare i perdenti. L'insana idea della politica industriale

Franco Debenedetti

Libro: Copertina morbida

editore: Marsilio

anno edizione: 2016

pagine: 336

Protezionismo, autarchia, keynesismo, programmazione, strategie, italianità: tutte variazioni su uno stesso tema, l'idea che lo Stato, per governare l'economia, debba intervenire e sappia farlo imboccando le strade giuste. È la politica industriale: lo Stato si sostituisce al mercato e sceglie i vincitori della gara concorrenziale. Salvo poi, quando l'"insana idea" non ha successo, dover correre ai ripari salvando i perdenti. Ma la politica industriale influenza e condiziona anche "l'altra metà del cielo", quella dell'industria privata, delle grandi famiglie e non solo. Si allarga alla politica finanziaria, si espande a quelle culturali e giudiziarie. Cade sulle sue contraddizioni, risorge, si allinea alle regole dell'Unione europea. Quasi coetaneo dell'Iri, che in Italia dell'intervento pubblico in economia è stato l'eponimo, Franco Debenedetti, per i ruoli che ha ricoperto, vi ha convissuto per molto tempo: prima da manager, lavorando nell'"altra metà del cielo", poi da politico e da saggista, cercando di smontarne le strutture. Ora, estraendo i tratti di filo rosso dell'ideologia su cui si regge e riannodandone i capi, scrive la lunga storia della politica industriale in Italia. Dalla Grande depressione alla Grande recessione, dagli altiforni alla banda larga, dall'Italietta di Giovanni Giolitti all'Unione europea di Angela Merkel, gli assi di lettura di questo libro - storico, politico, personale - si incrociano in un punto: la politica industriale e le ragioni per cui è un'"insana idea".
18,00

Popolari addio? Il futuro dopo l'abolizione del voto capitario

Popolari addio? Il futuro dopo l'abolizione del voto capitario

Franco Debenedetti, Gianfranco Fabi

Libro: Libro in brossura

editore: Guerini e Associati

anno edizione: 2015

pagine: 136

Un colpo al cuore? Ma perché mai? Il decreto Renzi di riforma delle grandi banche popolari accende il dibattito fra sostenitori e critici, qui rappresentati da Franco Debenedetti e Gianfranco Fabi. Il confronto fra loro è introdotto da Giulio Sapelli, per il quale il problema non è contrastare l'innovazione ma salvaguardare il rapporto fra banca e territorio, e da Lodovico Festa, il quale ritiene che bisognerebbe evitare l'ennesimo intervento sulle banche senza visione sistemica. Il modello cooperativo "una testa un voto", argomenta Debenedetti anche in base a personali esperienze, dà luogo a opacità e disfunzionalità gestionali. Smarrito l'originario spirito mutualistico, l'adozione del modello "un'azione un voto" da tempo sarebbe stata vantaggiosa; ora, con l'unione bancaria, diventa non procrastinabile. Fabi, invece, vede la riforma come un giallo: "C'è la vittima: le grandi banche popolari. C'è il colpevole: il Governo. C'è l'arma del delitto: il decreto legge del 20 gennaio. Ci sono i complici: il Parlamento. C'è il mandante: la Banca d'Italia e, in secondo piano, la Banca centrale europea".
13,50

Il peccato del professor Monti. L'Europa, i tecnici e le identità politiche degli italiani

Il peccato del professor Monti. L'Europa, i tecnici e le identità politiche degli italiani

Franco Debenedetti

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2013

pagine: 109

Il problema di chi entra in politica è la definizione della propria identità. Nel pensiero di Mario Monti è presente una singolare rappresentazione, per cui sarebbe preferibile se le forze politiche si allineassero secondo la loro maggiore o minore propensione alle riforme piuttosto che sull'asse tradizionale destra-sinistra. Di questa semplificazione il Professore si serve per far coincidere la difesa delle azioni del suo governo passato con l'adozione dell'"agenda Monti", il programma della sua coalizione. Ma se un programma lo può scrivere chiunque, l'identità politica, in base a cui si formano le volontà dei cittadini, non si può improvvisare. Franco Debenedetti individua nel proposito di Monti di cambiare radicalmente il discorso politico in Italia il suo vero Peccato Capitale, e lo mette a nudo in questo libro. Per comprendere la radice ideologica di questo peccato l'autore ripercorre la vita e le opere di Monti e del suo governo nel 2011-2012 in relazione a fenomeni più complessi e alle loro radici storiche: l'Europa, origine e fine del governo Monti; l'ambivalenza che noi europei sentiamo tra libertà e giustizia, tra democrazia e vita morale; la contrapposizione tra euroentusiasti ed euroscettici, i quali, con grossolana approssimazione, vengono fatti coincidere con i sostenitori e gli avversari del governo Monti; una ricostruzione inedita del vertice di Bruxelles di giugno 2012, l'episodio più significativo di politica europea del governo Monti.
10,00

La guerra dei trent'anni. Politica e televisione in Italia (1975-2008)

La guerra dei trent'anni. Politica e televisione in Italia (1975-2008)

Franco Debenedetti, Antonio Pilati

Libro: Copertina morbida

editore: Einaudi

anno edizione: 2009

pagine: 303

Quattro quesiti referendari, diciotto sentenze della Corte costituzionale, un paio di crisi di governo: per trent'anni, la questione televisiva si è intrecciata con le vicende politiche italiane. Non è successo in nessun altro Paese occidentale; in nessuno il proprietario di quasi metà dei canali televisivi nazionali si presenta alle elezioni cinque volte in quattordici anni, per tre volte le vince e diventa capo del Governo. Più di trent'anni è durata la "guerra" televisiva. Le sue radici affondano nella critica all'industria culturale. Le sue battaglie sono state parte di un gioco che aveva per posta l'assetto politico del Paese: gli anni Ottanta, l'ascesa del Cavaliere, il formarsi dell'Ulivo e la sua fine con la caduta del Governo Prodi, le leggi Maccanico, Gasparri e Gentiloni, la travagliata esistenza del PD, il naturale alternarsi dei cicli politici. E, ora, i giorni scuri in cui alcuni potrebbero perdere fiducia nel futuro del capitalismo. Da trent'anni la questione televisiva ingombra la scena politica italiana. Può essere piantata come bandiera dell'opposizione al centrodestra berlusconiano. Oppure può essere studiata per capire le cause delle tante anomalie italiane, di cui fa parte.
19,00

Quarantacinque percento. Una critica liberale al progetto Gentiloni sulla TV

Quarantacinque percento. Una critica liberale al progetto Gentiloni sulla TV

Franco Debenedetti

Libro: Copertina morbida

editore: Rubbettino

anno edizione: 2007

pagine: 154

Il testo è nell'intenzione di Franco Debenedetti (ingegnere, imprenditore e manager, parlamentare) una critica liberale a una norma illiberale come la legge Gentiloni.
10,00

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