Libri di Gennaro Maria Barbuto
Il profeta e il principe. Savonarola Machiavelli Campanella
Gennaro Maria Barbuto
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2023
pagine: 152
Il libro svolge una riflessione su alcuni autori della prima età moderna italiana, dopo la grande svolta costituita dalla rivoluzione culturale rinascimentale, dalle guerre d’Italia, dalla spaccatura dell’unità religiosa europea determinata dall’insorgere della Riforma protestante e dalla risposta tridentina. È un insieme di eventi, che provoca lo sgretolamento degli assetti istituzionali, politici, religiosi, intellettuali, ereditati dagli ultimi secoli medievali. Un tale sisma viene osservato da un peculiare punto prospettico: il rapporto fra politica e profezia, ovvero fra politica, religione e futuro. Di fronte a questa situazione critica si poteva reagire con strategie conservative degli assetti tradizionali, oppure proponendo profonde innovazioni che fossero all’altezza dei tempi. Ed è, appunto, quello che fecero Savonarola, Machiavelli, Campanella, elaborando pensieri analoghi o molto diversi fra di loro. Ma tutti e tre dimostrando di essere consapevoli delle catastrofi dei loro tempi. Tutti e tre, ovviamente ciascuno nelle sue guise precipue e con la propria intensità, seppero fronteggiare le sfide della nuova epoca in cui vivevano.
Polis e polemos. Giambattista Vico e il pensiero politico
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2022
pagine: 360
Giambattista Vico nella Scienza Nuova legava polis e polemos con un’etimologia tanto infondata quanto rivelativa del suo pensiero. La sua intenzione era quella di spiegare quanto la città e la politica fossero radicate nel concetto di conflitto civile e di guerra fra i popoli. La storia non era, per Vico, il lineare e progressivo evolversi delle vicende umane distese in un orizzonte pacifico, ma in essa si sprigionava la dura contesa fra le parti di una città di cui exemplum era la lotta fra patrizi e plebei nella Roma antica. La polis diventava, nella sua prospettiva, un’ardua conquista, come dimostrava la vita errabonda e ferina dei bestioni primitivi, “fermata” e “formata” dal tuono divino che li emancipava, stimolando il loro conatus razionale, dal dominio insensato di passioni violente e incontrollate, propiziando la nascita delle prime comunità civili.
All'ombra del centauro. Tensione utopica e verità effettuale da Machiavelli a Vico
Gennaro Maria Barbuto
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2019
pagine: 192
I primi secoli della modernità politica, in modo peculiare nei paesi romanzi rimasti fedeli alla Chiesa di Roma, risultano profondamente segnati dal lascito del Segretario fiorentino. È un mondo pluriverso non riducibile a una sola formula, ma che sembra muoversi lungo due vettori fondamentali: il realismo politico, inteso come analisi della "verità effettuale", e una tensione utopica, che si protende verso una politica del futuro e verso un dover essere che però sempre si misura con la tragica e tumultuosa realtà storica cinque-seicentesca. Questi due aspetti, compresenti nell'opera del Segretario, assumono dimensioni e accezioni peculiari nei diversi autori, da Guicciardini a Montaigne ai gesuiti a Campanella a Pascal a Vico, proprio affinando il loro pensiero alla lima machiavelliana. Comune e prevalente, al di là delle specifiche tesi, è una ricerca di nuove forme del sapere politico, che sapessero rispondere alla rivoluzione culturale rinascimentale e alla sua dura critica agli assetti disciplinari, ideologici, filosofici, scientifici ereditati dall'epoca medievale.
Giambattista Vico dall'età delle riforme alla Restaurazione. La Scienza nuova tra Lumi e cultura cattolica (1744–1827)
Giovanni Scarpato
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2018
pagine: 380
Il volume ricostruisce quasi un secolo di dibattiti relativi alla Scienza nuova di Vico. Accanto a una linea interpretativa laico-illuminista, orientata a valorizzare la riflessione di Vico sui rapporti tra storia e politica, emergono le diversificate reazioni del mondo cattolico, il più delle volte impegnate a sanzionare il presunto materialismo del filosofo napoletano. Emerge, in particolare, la "politicità" dell'eredità vichiana, il cui lascito coinvolge però uno spettro molto ampio di discipline: dalla storia delle istituzioni latine alla filosofia del linguaggio, dalla pedagogia civile all'antiquaria. Nel bene e nel male il ritratto di Vico non era quello di un filosofo isolato, bensì posto in relazione costante con il pensiero filosofico europeo del Settecento.
Machiavelli
Gennaro Maria Barbuto
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2013
pagine: 383
Nell'anno del 500entenario del Principe, Gennaro M. Barbuto è autore di una nuova biografia politico-intellettuale di Machiavelli. Il Segretario desta interesse soprattutto nei periodi più drammatici e decisivi della storia europea moderna: dalle guerre di religione alla formazione dello Stato moderno, alla crisi rivoluzionaria e post-rivoluzionaria, al Risorgimento fino al tragico Novecento fra il '14 e il '45. Tanto più oggi la lettura di Machiavelli non può lasciare indifferenti, perché la sua intelligenza ha rischiarato aspetti inediti della politica con i quali è sempre necessario fare i conti. La sua idea è una ellissi fra conflitto (sociale, civile, politico, antropologico) e unità (religione come etica civile, armi proprie, leggi). Un polo non può stare senza l'altro: se prevale il conflitto c'è corruzione faziosa; se predomina la sola unità la politica perde la sua energia di sviluppo e di crescita e ristagna in una situazione propizia alla degenerazione. La politica machiavelliana è ricerca di un bene comune, che sia espresso in leggi, non a beneficio della singola parte, ma della res publica. Purché questo si avveri Machiavelli non si ritrae davanti alle ipotesi anche più drammatiche e rischiose, come la teorizzazione del principato.
Il pensiero politico del Rinascimento. Realismo e utopia
Gennaro Maria Barbuto
Libro
editore: Carocci
anno edizione: 2008
pagine: 195
Il pensiero politico del Rinascimento, nei suoi diversi e anche divergenti itinerari, rappresenta una innovativa e radicale analisi dell'agire pubblico. Gli antichi, non accettati quali autorità indiscusse ma valutati criticamente, e le sconvolgenti e inedite istanze poste dalle guerre d'Italia, costituirono le premesse del dibattito politico nei primi decenni del Cinquecento. I poli di questa discussione furono il realismo e l'utopia, che non rappresentarono due risposte antitetiche. Sia il realismo politico che l'utopia furono caratterizzati da dicotomie, che sono il segno peculiare del Rinascimento: dignitas hominis e tragedie storiche, ragione e follia, libertà e fortuna, caso e necessità, accidentale e universale, storia e trascendenza. Attraversando le ambivalenze della realtà, senza pretendere di conciliarle in una sintesi illusoria, e rivendicando la natura libera e razionale dell'uomo, pur nella consapevolezza dei suoi drammatici e ineludibili limiti, la cultura politica rinascimentale propose riflessioni sulle quali ancora oggi ci interroghiamo.
Antinomie della politica. Saggio su Machiavelli
Gennaro Maria Barbuto
Libro: Libro in brossura
editore: Liguori
anno edizione: 2007
pagine: 136
Filarete e la città ideale. Politica e architettura nel primo Rinascimento
Marco Mercato
Libro
editore: Terebinto Edizioni
anno edizione: 2019
pagine: 163
Antonio Averlino, detto Filarete, è forse uno degli artisti del Quattrocento meno noti al grande pubblico. Nel suo trattato di architettura, in cui progettò una città ideale per il nuovo signore di Milano, Francesco Sforza, egli seppe esprimere una parte importante della cultura e del pensiero politico del suo tempo. A metà del secolo, dopo la pace di Lodi, iniziò ad affermarsi l’idea, alimentata dall’Umanesimo, che l’uomo potesse vivere in armonia con i propri simili e con il mondo. Ciò andò per certi versi di pari passo con l’ascesa di nuove forme di potere, che si stavano sostituendo alle istituzioni precedenti e avevano in parte bisogno di legittimare se stesse. Questi diversi aspetti confluirono nelle riflessioni sul tema della città ideale e sulla sua possibile e concreta realizzazione. Averlino, su cui questo lavoro si concentra, fu il primo a progettarne una per intero, ma durante quei pochi decenni, prima che le Guerre d’Italia rimettessero tutto in discussione, anche Leon Battista Alberti, Francesco di Giorgio Martini e Leonardo da Vinci pensarono, in modi e contesti diversi, allo stesso argomento.
Nichilismo e stato totalitario. Libertà e autorità nel pensiero politico di Giovanni Gentile e Giuseppe Rensi
Gennaro Maria Barbuto
Libro: Copertina morbida
editore: Guida
anno edizione: 2007
pagine: 152
Il saggio Nichilismo e stato totalitario si incentra sui pensieri politici di Giovanni Gentile e di Giuseppe Rensi, sulle loro ambivalenze e contraddizioni nel periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale. Giovanni Gentile (1875-1944) fu filosofo e ministro dell'istruzione. Legò il suo nome a una riforma vasta e radicale della scuola, supportò Mussolini e stese il Manifesto degli intellettuali fascisti. Giuseppe Rensi (1871-1941) fu filosofo misconosciuto e vituperato sia da Destra che da Sinistra; fascista quando nessuno lo era, e acerrimo antifascista quando tutti sostenevano il regime. Attraverso le vicende di due pensatori esemplari, molto diversi tra loro, Gennaro Maria Barbuto getta una luce nuova sul panorama intellettuale italiano al momento dell'ascesa del fascismo.
Machiavelli e i totalitarismi
Gennaro Maria Barbuto
Libro: Copertina morbida
editore: Guida
anno edizione: 2005
pagine: 168
Un volume dalla prosa agile e scorrevole che ripercorre la "fortuna" del Machiavelli: una galleria di personaggi da Nietzsche a Mussolini, da don Sturzo a Gobetti, da Hannah Arendt a Maritain, è analizzata al microscopio della filosofia e del pensiero machiavelliano. Contro la fama di "vate di totalitarismi" - e attraverso una riconsiderazione dei rapporti tra etica e politica - questo volume argomenta che nel Cinquecento il Machiavelli fu una delle prime voci "fuori dal coro" a propugnare una visione della politica lontana dai dettami etici del cattolicesimo.