Libri di Silvano Facioni
La cartolina. Da Socrate a Freud e al di là
Jacques Derrida
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2017
pagine: 472
"Leggevi una lettera d'amore un po' rétro, l'ultima della storia. Ma non l'hai ancora ricevuta. Sì, per mancanza o per eccesso di indirizzo, acconsente a cadere nelle mani di chiunque: una cartolina, una lettera aperta in cui il segreto appare ma indecifrabile. Puoi tenerla o farla passare, per esempio, per un messaggio di Socrate a Freud. Cosa vuole dirti una cartolina? A quali condizioni è possibile? La sua destinazione ti attraversa, tu non sai più chi sei. Nel momento stesso in cui dal suo indirizzo ti interpella, unicamente te, invece di rintracciarti ti divide o ti scarta, qualche volta ti ignora. E tu ami e non ami, fa di te quello che vuoi, ti prende, ti lascia, ti dona. Dall'altro lato della cartolina, guarda, ti è rivolta una frase, S e p, Socrate e plato. Il primo, per una volta, sembra scrivere e anche con l'altra mano cancellare. Ma Platone, con il dito teso alle sue spalle, che fa? Mentre ti industri a rivoltarla in tutte le direzioni, è l'immagine che ti mette sottosopra come una lettera, ti decifra anticipatamente, preoccupa lo spazio, ti fornisce parole e gesti, tutti i corpi che credi di inventare per accerchiarla. Ti trovi, tu, sulla sua traiettoria. Il supporto spesso della carta, un libro pesante e leggero, è anche lo spettro di questa scena, l'analisi tra Socrate e Platone, nel programma di qualcun altro. Al pari del cartomante, un "fortune-telling book" veglia e specula su quanto-deve-succedere, su cosa può voler dire accadere, dover accadere, lasciare o far accadere, destinare, indirizzare, inviare, lasciare in legato, ereditare, ecc., se questo significa ancora, tra qui e lì, il vicino e il lontano, da und fort, l'uno o l'altro. Inquadri l'argomento del libro: tra le poste e il movimento analitico, il principio di piacere e la storia delle telecomunicazioni, la cartolina e la lettera rubata, in breve il transfert da Socrate a Freud e al di là. Questa satira di letteratura epistolare doveva essere farcita: di indirizzi, di codici postali, di missive criptate, di lettere anonime, il tutto affidato a tanti modi, generi e toni. Vi abuso anche di date, firme, titoli o riferimenti, perfino della lingua." (J.D.)
Derridario. Dizionario della decostruzione
Silvano Facioni, Simone Ragazzoni, Francesco Vitale
Libro: Libro in brossura
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2012
pagine: 221
Il Derridario ritorna a Derrida per affrontare direttamente, senza mediazioni, il corpus derridiano, provando così a rispondere all'ingiunzione che ci viene dal lascito. Se l'avvenire, come ha scritto Derrida, appartiene agli spettri, ai ritornanti, ritornare a Derrida significa, oggi, ritornare all'avvenire della decostruzione.
La pena di morte. Volume Vol. 1
Jacques Derrida
Libro: Libro in brossura
editore: Jaca Book
anno edizione: 2014
pagine: 348
Nel decennale della morte di Derrida, Jaca Book prosegue la pubblicazione dei seminari, dopo i due volumi de "La bestia e il sovrano". In questo primo volume dedicato alla pena di morte sono messi in gioco, nell'imminenza di una sanzione irreversibile, i concetti problematici di sovranità, eccezione e crudeltà. Il libro percorre quattro figure paradigmatiche (Gesù, Socrate, Hallâj, Giovanna d'Arco) e testi canonici: la Bibbia, Camus, Beccaria, Locke, Kant, Hugo, e anche testi giuridici successivi alla seconda guerra mondiale. Cuore pulsante del seminario è riconoscere che le tesi filosofiche e giuridiche a favore o contro la pena di morte si sono appellate agli stessi principi: "non è sufficiente decostruire la morte stessa". Si fa strada l'ipotesi che proprio la pena di morte obblighi a rimettere in discussione gli umanesimi filosofici, politici, teologici, economici che sostengono la nostra epoca.
L'antropologia di fronte ai problemi del mondo moderno
Claude Lévi-Strauss
Libro: Libro in brossura
editore: Bompiani
anno edizione: 2017
pagine: 192
Nella primavera del 1986 Claude Lévi-Strauss tenne a Tokyo le tre conferenze riunite in questo volume. Qui affronta i temi fondamentali della sua opera, attingendo liberamente agli scritti che lo hanno reso celebre e riprendendo i principali argomenti sociali che non hanno mai smesso di inquietarlo, ma soprattutto riflette sull'avvenire possibile dell'antropologia in un mondo che sta per entrare nel XXI secolo. La sua proposta è che essa si configuri come un nuovo umanesimo universale, che insegni a rispettare la diversità culturale e attribuisca pari dignità a ogni forma di organizzazione sociale: l'antropologia infatti “cercando la propria ispirazione nel cuore delle società più umili e per molto tempo disprezzate, proclama che niente di ciò che è umano potrebbe essere estraneo all'uomo. In questo modo fonda un umanesimo democratico che supera quelli che lo hanno preceduto, creati per classi privilegiate, a partire da civiltà privilegiate e (...) fa appello alla riconciliazione dell'uomo e della natura in un umanesimo generalizzato”.
Teoria e prassi. Corso dell'École Normale Supérieure 1975-1976
Jacques Derrida
Libro: Libro in brossura
editore: Jaca Book
anno edizione: 2018
pagine: 157
Jacques Derrida tenne questo Corso sul rapporto fra teoria e prassi all'École Normale Supérieure di Parigi dove insegnò negli anni Settanta. Il tema, assegnatogli dalle autorità accademiche, esprime il clima culturale di quegli anni, in cui il pensiero marxista esercitava un grande influsso nella vita politica ed anche nel modo di concepire la filosofia. Le nove lezioni che lo compongono prendono le mosse dal problema della prassi messo a fuoco dal pensiero marxista in polemica con l'ideologia «borghese». Dal commento ad Althusser, docente anch'egli all'École Normale negli stessi anni, il discorso derridiano si amplia alla questione radicale della natura del fare, della natura dell'azione. Si tratta di cogliere il movente del fare: questo movente implica necessariamente una teoria? Oppure teoria, e prassi nascondono, come loro legame, il coinvolgimento del loro soggetto, decisivo quanto enigmatico? Da Marx ad Aristotele, da Kant ad Heidegger (di cui viene proposto un commento della interpretazione della tecnica moderna), le lezioni conducono il lettore in un percorso in cui già si annunciano molte delle questioni che Derrida non smetterà di interrogare lungo un itinerario di pensiero insieme accogliente ed insondabile.
Chouchani. Il maestro inquieto
Sandrine Szwarc
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2025
pagine: 494
“Si sono dette molte cose su Chouchani, ma la realtà fu grandemente più bella della leggenda”, diceva Emmanuel Levinas. Rabbino, filosofo, clochard, Monsieur Chouchani rimane avvolto da un alone di mistero che continua ad alimentarne la leggenda. Sappiamo però che, oltre a Levinas, figure del calibro di Elie Wiesel o Léon Askenazi hanno dichiarato un inestinguibile debito intellettuale nei confronti di questo personaggio dalle poliedriche conoscenze. Solitario e marginale, il destino del clochard che sapeva tutto continua a interrogare, nonostante poco sia trapelato dei suoi insegnamenti. In questo libro, attraverso le principali tappe della sua esistenza, alcuni segreti del suo pensiero vengono finalmente portati alla luce.
Heidegger. La questione dell'essere e la storia. Corso dell'ENS-ULM 1964-1965
Jacques Derrida
Libro: Libro in brossura
editore: Jaca Book
anno edizione: 2019
pagine: 284
In Francia, all'inizio degli anni '60 del secolo scorso, le opere di Heidegger erano ancora poco conosciute. Nel 1964, Jacques Derrida inaugura il suo insegnamento all'École normale supérieure con il corso, rimasto fino ad oggi inedito, interamente dedicato al pensatore tedesco: nove intensissime lezioni in cui il corpo a corpo con Heidegger si sviluppa soprattutto a partire dalle ampie parti di "Essere e tempo" che all'epoca non erano state ancora tradotte in francese. La lettura serrata e paziente compiuta da Derrida disvela, lezione dopo lezione, il progetto filosofico heideggeriano: non la fondazione di una nuova ontologia ma la sua «distruzione» (termine che, nel nuovo conio «decostruzione» che appare in questo corso per la prima volta, ha prodotto non pochi fraintendimenti dell'opera derridiana) in nome della critica radicale al concetto stesso di «fondazione». I lettori e gli studiosi di Derrida sanno che il confronto con l'opera di Heidegger attraversa come un filo rosso l'intera opera del filosofo algerino, ma in questo corso, per i vecchi come per i nuovi lettori, viene presentata per la prima volta la radice di tale confronto, anticipatrice di molte opere successive. La «questione dell'Essere» e la «Storia» vengono discusse nel corso di lezioni che affrontano spesso anche la traduzione del complesso lessico di Heidegger, e in questo caso cominciano ad affacciarsi termini come «scrittura», «testo», «innesto» che, al di là di Heidegger, svolgeranno un ruolo di fondamentale importanza nel cammino di pensiero di Derrida. Questo corso dedicato ad Heidegger rappresenta dunque, nello stesso tempo, uno spaccato della sua ricezione in Francia e la matrice di alcuni temi e motivi operativamente centrali nell'opera di Derrida: un confronto tra due cammini di pensiero radicalmente diversi ma ugualmente fondamentali per la filosofia del nostro tempo, in cui «la questione dell'Essere e la Storia» vengono attraversate da domande coraggiosamente nuove e oltremodo necessarie.
Ritmografie. Derrida, la letteratura, la cenere
Silvano Facioni
Libro: Libro in brossura
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2020
pagine: 160
«Ritmo che si dà il suo ordine senza lasciarsi imprigionare da questo. La letteratura non conosce prigionia, fosse pure quella del senso di cui pure non può fare a meno: la letteratura, che nel corso della sua storia ha - più o meno consapevolmente - parassitato categorie e orizzonti della tradizione filosofica, mostra al contempo la chance di una possibile liberazione da tali orizzonti, il che equivale a dire che la letteratura mantiene intatta la possibilità di liberarsi di sé». Jacques Derrida ha instancabilmente attraversato la letteratura senza permettere che paratoie disciplinari o astratte questioni di metodo ostacolassero letture e percorsi, incontri e innesti. Che si tratti di Agostino o di Jean Genet, di Hélène Cixous o di William Shakespeare, la scrittura del filosofo algerino si è sempre mossa alla ricerca di un "ritmo" capace di inaugurare prospettive inedite sia per la letteratura, sia per la filosofia. È dunque dal "ritmo" che occorre forse ripartire...
Della grammatologia
Jacques Derrida
Libro: Libro in brossura
editore: Jaca Book
anno edizione: 2020
pagine: 420
Questa edizione di "Della grammatologia", aggiornata e rivista nei suoi riferimenti bibliografici rispetto all'edizione del 1969, ripropone lo stesso rigore e la stessa passione di un approccio non accademico al sapere. Non accademico nel senso di difficilmente inquadrabile in termini disciplinari e polemico con chi non si interroga sulle condizioni del proprio gesto di pensiero. Si tratta di un rigore e di una passione che la storia di questi ultimi anni ha messo alla prova in modo radicale. Il termine traccia e il termine scrittura, entrati in circolo nel clima filosofico insieme al termine decostruzione, sono forse oggi meno equivocabili nel loro rapporto con lo stile di pensiero che li produce. La ricchezza di materiali che qui viene presentata ha lo scopo inesorabile di chiarire il movimento di produzione – sorta di piega generativa – che è all'opera nel concetto di segno e coinvolge l'io come attore della significazione. Da Saussure alle teorie linguistiche, da Lévi-Strauss al "Saggio sull'origine delle lingue" di Rousseau, dalle teorie moderne della scrittura a Vico, viene disegnato un approccio alla strategia del discorso filosofico che spiazza sia il dibattito sull'ermeneutica sia una nostalgia fenomenologico-ontologica che non si misuri effettivamente con la genesi del suo linguaggio.
Di un tono apocalittico. Adottato di recente in filosofia. Testo francese a fronte
Jacques Derrida
Libro: Libro in brossura
editore: Jaca Book
anno edizione: 2020
pagine: 112
Pronunciato nel 1980, durante la prima decade di studi di Cerisy-la-Salle dedicata al suo lavoro, questo testo di Jacques Derrida è, a un tempo, una riflessione su quanto compiuto e un'anticipazione di quanto, all'epoca, era ancora a venire, a partire dalla questione del tono in filosofia: tono che è da subito appello, ingiunzione, indirizzo verso quell'altro irriducibile e inappropriabile ma, per questo, necessario: «Sarete forse tentati di chiamare questo il disastro, la catastrofe, l’apocalisse. Ora in realtà si annuncia qui, promessa o minaccia, un’apocalisse senza apocalisse, un’apocalisse senza visione, senza verità, senza rivelazione, degli invii (perché il "vieni" è plurale in sé), degli indirizzi senza messaggio e senza destinazione, senza destinatore o destinatario decidibile, senza giudizio finale, senza altra escatologia che il tono del "Vieni", la sua stessa differænza, un’apocalisse al di là del bene e del male. "Vieni" non annuncia tale o talaltra apocalisse: risuona già con un certo tono, è in se stesso l’apocalisse dell’apocalisse, Vieni è apocalittico».
Il pensiero e l'orizzonte. Studi in onore di Pio Colonnello
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2022
pagine: 830
Il lavoro compiuto da Pio Colonello si rifrange, più o meno esplicitamente, nei contributi di questa raccolta di studi in suo onore, che riprendono questioni o aprono nuovi sentieri del dibattito filosofico il quale, anche o forse soprattutto per questo motivo, risuona con campi del sapere che la contemporaneità fa sempre più dialogare senza erigere artificiali barriere disciplinari. Le questioni filosofiche riverberano la realtà che, a sua volta, duplica e, anzi, sollecita il precipitare delle domande, quasi a sottolineare la strutturalità del nesso tra il pensiero e la sua storicità che è forse l’unico presupposto della filosofia. Da questo punto di vista, i contributi rappresentano quella reale voce dialogica in cui lo scambio sopravanza l’orizzontalità “economica” della reciprocità e si apre alla verticalità di quell’ulteriorità che del dialogo è, ad un tempo, movente e terminus ad quem: apertura incondizionata verso la possibilità che nuove voci arrivino imprimendo alla ricerca direzioni magari problematiche ma, in ogni caso, inedite. Da qui l’idea di “orizzonte”, vale a dire dell’inesauribile intersecarsi di piani e prospettive che il pensiero filosofico è vocato ad accogliere e indagare e verso il quale, irresistibilmente, si muove.
La nascita del chassidismo. Mistica, rituale, società (XVIII-XIX secolo)
Jean Baumgarten
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2022
pagine: 728
Il chassidismo è stato rivelato prevalentemente dalle antologie di leggende di Martin Buber o dalle opere di Gershom Scholem sulla mistica ebraica. In questo studio magistrale, Jean Baumgarten costruisce la prima sintesi su questo movimento: dalla dimensione teologica alla sua organizzazione sociale, dai costumi religiosi alle tecniche mistiche. Un approccio originale che permette di capire come è nata la rottura tra ebraismo rabbinico e chassidismo. A partire da un'abbondante letteratura, questo studio consente di collocare il chassidismo nella storia della mistica ebraica, ma anche di individuare la novità dottrinale dei primi maestri, e permette di comprendere come, rispetto all'ebraismo tradizionale, la "dissidenza" chassidica sia diventata una delle forze vive dell'ultra-ortodossia.