Mursia: Testimonianze fra cronaca e storia
I segreti dell'ammiragliato. Mediterraneo 1939-1945
Enrico Cernuschi, Michele Maria Gaetani
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2025
pagine: 344
«Abbiamo visto come le notizie su Capo Teulada fossero state ritardate e modificate all’insaputa del Primo Ministro. Anche la Notte di Alessandria del 19 dicembre 1941 e i successi dei mezzi d’assalto italiani gli furono rivelati soltanto il 7 gennaio 1942.» Frutto di molti anni di studio, sulla base degli Admiralty’s War Diaries dell’Ammiragliato britannico e di un’imponente massa di documenti inediti e mai citati in precedenza, questo libro riscrive non solo la storia della guerra navale nel Mediterraneo tra il 1940 e il 1945, ma anche le stesse vicende politiche e strategiche dei protagonisti di quel tempo. Molti misteri e segreti che si sono trascinati per tre generazioni sono, a questo punto, risolti. Parimenti, molti personaggi scendono dal piedistallo sul quale erano stati collocati in virtù di parecchie, disinvolte omissioni. Lo scambio di migliaia di messaggi riservati rivela, infatti, verità banali e profonde, emerse grazie a un puntuale confronto tra le varie fonti primarie, tutte documentate pagina per pagina. Enrico Cernuschi (Bologna, 1960) è uno dei maggiori storici navali italiani. Ha al suo attivo oltre cinquanta libri pubblicati in Italia, Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti e Giappone. Con Mursia ha scritto, tra l’altro, 200 anni di italiani in guerra (2022) e Uomini, donne e macchine cifranti. L’intelligence della Regia Marina 1940-1943 (2024). Michele Maria Gaetani, avvocato meneghino, ha pubblicato dal 1996 per le maggiori riviste del settore, come RID, Storia Militare, Rivista Marittima e Ali Antiche. Collabora con l’Ufficio Storico della Marina Militare e ha scritto Stive ed egemonia (supplemento della Rivista Marittima, 2007).
Taccuino di guerra
Cesare De Lollis
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2025
pagine: 168
«Si veda anche […] come egli appaia addolorato e risentito per l’uccisione d’uno scoiattolo che aveva con sé, e per la strage che i soldati menavano tra gli uccelli, che potrebbe sembrare un’ingenuità se si pensa che le granate e i cecchini facevan strage di uomini, ma che è per ciò stesso un segno della sua squisita sensibilità.» Cesare de Lollis partecipò alla campagna per la neutralità dell’Italia, ma poi, deciso l’intervento nella Prima guerra mondiale, scelse di arruolarsi, vivendo così, sul fronte del Col di Lana, la vita di trincea, fra l’aprile del 1916 e l’agosto del 1918. Nelle pagine del Taccuino di guerra, accanto alle notazioni più minute, si trovano innumerevoli osservazioni che rivelano l’animo del poeta e la pietà dell’uomo erede di quella civiltà nella quale aveva già, da filologo e critico, ritrovato l’unità dello spirito europeo. Completano il volume alcuni articoli di De Lollis, che chiariscono la sua iniziale posizione neutralista, e alcune testimonianze che inquadrano la figura del maestro e dell’uomo quale protagonista di quel fervido flusso di idee che, negli anni intorno alla guerra, animò la cultura europea. Cesare de Lollis (1863-1928) è stato un filologo e storico della letteratura italiana. Insegnò filologia romanza presso l’Università di Genova e letteratura francese e spagnola a Roma. Dal 1907 al 1913 e dal 1921 fino alla morte diresse la rivista «La Cultura», strumento di rinnovamento di metodi critici e di apertura verso la cultura europea. Convinto neutralista, allo scoppio della Prima guerra mondiale decise di arruolarsi e prestare servizio in prima linea, per il quale ottenne riconoscimenti ed encomi.
La guerra occulta. 1914-1918. Complotti, maghi e spie
Marco Zagni
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2025
pagine: 256
«Esiste un’importante Intellighenzia che si muove al di fuori della Società. Possono essere idealisti e desiderare di creare un Mondo Nuovo, o possono essere degli artisti che amano la ricerca della Verità per sé stessa.» John Buchan Nella Prima guerra mondiale ci fu una gestione degli avvenimenti che non sono conosciuti dal grande pubblico, neppure nel nostro Paese. Marco Zagni dimostra che ci fu una precisa «preparazione», ben precedente all’attentato di Sarajevo, in cui erano state stabilite delle direttive specifiche per distruggere gli Imperi centrali e la Germania in particolare, allora in grande ascesa politica ed economica. Si verificarono altri casi poco chiari nel corso della guerra e all’ombra della Rivoluzione Russa, che rivelarono l’esistenza di due gruppi segreti elitari in lotta tra loro, atlantisti contro euro-asiatici, con l’utilizzo per la prima volta dei Servizi segreti dei rispettivi Paesi, che prima del conflitto erano quasi inesistenti. Infine, l’uso di tecniche di propaganda e suggestione che sconfinarono nel soprannaturale, con l’apporto di veri e propri maghi. Marco Zagni (Milano, 1962), laureato in Economia alla Bocconi di Milano, appassionato dei misteri della Storia, compie da tempo esplorazioni archeologiche in Sud America. Ha collaborato per anni con riviste di misteri archeologici come «Nexus», «Fenix» e «Il Giornale dei Misteri». Con Mursia ha pubblicato La svastica e la runa (2011), Il fascio e la runa (2015), I velivoli segreti dell’Asse (2020), Il sole e la runa (2021) e Il Reich segreto (2023).
Ugo Cavallero. Il maresciallo suicidato
Carlo Rastrelli
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2025
pagine: 248
«Non ho rancori con nessuno perché mi rendo conto che certi provvedimenti sono resi indispensabili dalle circostanze. Ho fatto sempre il mio dovere e ho la coscienza tranquilla.» La notte tra il 13 e il 14 settembre 1943 il maresciallo d’Italia Ugo Cavallero muore in solitudine, nel giardino dell’albergo Belvedere a Frascati, in un anno drammatico per la storia d’Italia. La versione ufficiale parla di suicidio ma è contraddetta da alcune circostanze, come la posizione del capo e delle braccia e il ritrovamento di una pistola sul lato destro del corpo, e da numerose testimonianze che parlano di uno o più colpi alla tempia e alla nuca. Da sempre gli storici si sono tenuti lontano dalla sua figura, eppure Cavallero è stato uno dei più brillanti e preparati ufficiali generali italiani, un vero e moderno manager della guerra. Dopo ottant’anni, è giunto il momento di colmare la lacuna bibliografica, di affrontare il mistero della sua morte e della presunta scomparsa di parte del Diario e, soprattutto, di restituire al maresciallo d’Italia Ugo Cavallero il rilievo umano e storico che merita.
Storia di una rinascita
Luca Barisonzi
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2025
pagine: 128
«Il mio cuore batte e io sono vivo, e il cuore ora è all’unisono con i pensieri. In qualche modo quella missione che avevo sposato scegliendo di indossare l’uniforme mi accompagna ancora, ispira ancora le mie scelte e le mie azioni.» Sono passati più di quattordici anni dall’attentato di Bala Murghab in Afghanistan. Da allora, Luca Barisonzi ha affrontato sfide che avrebbero messo alla prova chiunque. Dopo La Patria chiamò, in questa sua nuova testimonianza condivide esperienze personali, momenti di fragilità e successi, sottolineando l’importanza della resilienza e di una mentalità positiva. Il messaggio principale è chiaro: spesso sono i limiti che ci imponiamo a ostacolare la nostra crescita e a nascondere il nostro vero potenziale. Oggi Luca è un atleta del Ministero della Difesa, un papà affettuoso e un Alpino fiero. La sua storia, esempio potente di resilienza e speranza, offre ispirazione a chiunque stia affrontando difficoltà nella vita. Luca Barisonzi (Voghera, 1990) si arruola volontario nell’Esercito Italiano nel 2008. Nel 2009 è assegnato in Lombardia, a Milano, nella caserma Santa Barbara, con l’incarico di fuciliere. Assegnato nel marzo del 2010 a Venzone all’8° Reggimento Alpini, Battaglione Tolmezzo, 6a Compagnia, parte per la sua prima missione all’estero, in Afghanistan, nel mese di settembre. Il 18 gennaio 2011 è ferito gravemente in un avamposto di Bala Murghab. Con Mursia ha pubblicato La Patria chiamò (2012).
Né vivi né morti. Guerra e prigionia dell'Amir in Russia (1942-1945)
Fidia Gambetti
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2025
pagine: 246
«Leggevo il libro di Fidia Gambetti sulla campagna di Russia [...]. Vi sono tante scene di una grande potenza plastica: ho sempre in mente quei poveri piedi dei prigionieri italiani accarezzati come bambini dai loro proprietari per difenderli dal congelamento, la difesa del proprio corpo sacrosanto.» Cesare Zavattini, Diario La guerra è terminata da poco più di tre anni quando viene pubblicata la prima edizione di questo libro di Fidia Gambetti sulla tragedia dell’Armir. Lucida testimonianza di un giornalista, di un poeta, di uno scrittore già noto negli anni Trenta, sulla sua personale esperienza sul fronte russo e sulla prigionia nei lager sovietici della Siberia e della Mordovia. Nelle sue pagine la violenza e il calore della denuncia e della polemica non offuscano mai l’obiettività del giudizio e il vigore della narrazione. Ottant’anni dopo il disastro, la dura condanna della guerra e dei suoi orrori, la denuncia contro il fascismo e l’insipienza criminosa dei suoi capi conserva tutta la sua tremenda e attuale validità.
Cefalonia 1943-1944. Una storia controversa
Aurelio Slataper
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2025
pagine: 400
Dopo ottant’anni il dramma di Cefalonia è avvolto da una nebbia che non ne ha ancora consentito una rappresentazione convincente. Da un lato troppi sono i tasselli mancanti dovuti alla distruzione delle fonti, dall’altro una memorialistica si è sostituita alle fonti non più reperibili, contribuendo a fornire – perlomeno in Italia – una narrazione del crimine maturatosi a Cefalonia, nell’autunno del 1943, soggetta a interessate manipolazioni e a grossolane falsificazioni. L’apertura degli archivi militari tedeschi e anglo-americani e l’impegno di alcuni storici tedeschi hanno fatto sì che su Cefalonia emergesse una realtà ben diversa dalle versioni accreditate fino alla fine dello scorso secolo e ancora oggi maggiormente diffuse dalla storiografia italiana. Cogliendo l’emergere dei nuovi orientamenti, l’Autore passa in rassegna i principali snodi delle vicende legate all’eccidio, in un serrato confronto tra le passate ricostruzioni e le recenti acquisizioni, nell’intento di fissare alcuni punti fermi su cui costruire una versione pubblica condivisa.
La nostra guerra tra le Tofane 1915-1917
Piero Pieri
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2025
pagine: 182
Piero Pieri narra le vicende della Prima guerra mondiale sul fronte dolomitico, in particolare nella zona delle Tofane, a ovest di Cortina d’Ampezzo. Convinto interventista democratico, all’ingresso dell’Italia in guerra nel maggio del 1915 venne mobilitato nel 7° reggimento degli alpini, dove fu inquadrato come ufficiale nel battaglione Belluno al comando di un plotone della 77a compagnia. Nel corso di queste offensive fu insignito di due Medaglie al Valor Militare, una d’argento e una di bronzo. Con la sua esperienza diretta come ufficiale degli alpini, l’Autore offre un resoconto dettagliato e appassionato delle battaglie, delle strategie militari e delle difficoltà affrontate dai soldati italiani. Un libro imprescindibile per gli appassionati di storia militare e delle Dolomiti.
«Operazione Piave». Un massacro cercato. Banditi, martiri, soldati e disertori nel rastrellamento del Monte Grappa 1944
Antonio Serena
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2025
pagine: 282
Nel settembre del 1944 i tedeschi, in previsione di una loro ritirata, danno il via all’«Operazione Piave», un intervento militare per liberare il Monte Grappa da partigiani e disertori colà rifugiatisi per evitare di aderire ai bandi di arruolamento. Prima del rastrellamento, vista la disparità in uomini e mezzi, i tedeschi, tramite il clero locale, comunicano ai vertici della Resistenza la loro disponibilità a permettere ai partigiani di ritirarsi, per evitare spargimenti di sangue, ma costoro, su pressione dei servizi segreti angloamericani, interessati a tenere fascisti e tedeschi lontano dal fronte di guerra, respingono l’offerta. Le conseguenze dello scontro sul Grappa sono pesanti: 23 partigiani cadono nell’attacco, molti altri verranno fucilati o impiccati dopo essere stati processati dai Tribunali di Guerra o deportati in Germania. Prefazione di Franco Cardini.
Togliatti, Tito e la Venezia Giulia. La guerra, le foibe, l'esodo 1943-1954
Marino Micich
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2025
pagine: 198
«Il Partito Comunista Italiano sbagliò a tacere sull'Istria. C'è una grande responsabilità del PCI per il silenzio sull'esodo dall'Istria, da Fiume e dalle coste dalmate. Ciò accadde perché il confine ideologico è prevalso su quello geografico.» (Luciano Violante). Durante il Secondo conflitto mondiale il PCI stabilì una stretta alleanza col Movimento Popolare di Liberazione Jugoslavo guidato da Josip Broz detto Tito, con un duplice scopo: puntare a sconfiggere i nazisti e i fascisti sul campo di battaglia e pensare agli sbocchi politici che si sarebbero palesati a guerra finita. Togliatti e i suoi dirigenti per avere l'appoggio di Tito sostennero più volte la cessione della Venezia Giulia alla Jugoslavia. Marino Micich pone in evidenza, in maniera originale e ben documentata rispetto ai rari e incompleti studi apparsi sull'argomento, le lotte politiche e diplomatiche sorte nello stabilire i nuovi confini italo-jugoslavi, descrivendo la posizione politica del PCI assunta al confine orientale, il progetto di rivoluzione comunista da estendere al resto d'Italia e i rapporti tra Togliatti e Tito. Sottolinea inoltre le responsabilità dirette e indirette di quella collaborazione politica nei confronti delle stragi di massa nelle foibe e dell'esodo di circa 300.000 italiani dalle terre istriane, fiumane e dalmate.
I prigionieri dello zar. Soldati italiani dell'esercito austro-ungarico nei lager della Russia 1914-1918
Marina Rossi
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2024
pagine: 224
Durante la Prima guerra mondiale, molti italiani, sloveni e croati, combattenti nelle file dell’esercito austro-ungarico sul fronte orientale, conobbero la prigionia in Russia. Le loro vicende, comuni a quelle dei soldati di tutte le nazionalità dell’Impero, sono state oggetto di una lunga rimozione in tutti i Paesi coinvolti. Dalle lettere, dai diari, dalle testimonianze e dai documenti d’archivio, riemerge l’esperienza di questi vinti dimenticati. L’intreccio delle diverse fonti permette anche di collocare il problema della prigionia in una prospettiva ampia, considerando la vastità geografica, gli squilibri economico-sociali dell’Impero russo e i suoi apparati di controllo. Alcune persistenze dello Stato zarista in quello sovietico aprono altri significativi confronti con l’esperienza vissuta in URSS dai soldati italiani del CSIR e dell’ARMIR durante la Seconda guerra mondiale. Risulta evidente come, al di là dei diversi contesti storici, in entrambi i conflitti ci sia stato un utilizzo politico ben preciso dei prigionieri.
Kai Bandera. Una banda irregolare. Etiopia 1936-1941
Ettore Formento
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2024
pagine: 304
Etiopia 1937: a un anno dalla proclamazione dell’impero gli italiani controllano solo Addis Abeba e pochi centri. Spadroneggiano ribelli e predoni, è tempo di massacri e saccheggi. I soldati «nazionali» partono e il controllo del territorio è affidato a bande di irregolari etiopi, ognuna al comando di un italiano. Ettore Formento ha venticinque anni: un ufficiale ragazzo, solo in un Paese immenso. Gli affidano la «Kai Bandera», cinquecento guerrieri raccolti dietro una semplice insegna: la loro rossa (Kai) bandiera (Bandera). Deve diventare etiope tra etiopi. Agire da eroe è l’unico modo per farsi seguire; ci riuscirà così bene da meritarsi questo complimento: «Tu morto, tutta Bandera morta». Per due anni conduce la banda attraverso altipiani maledetti, fiumi incantati, distese aride e selve oscure: terre di splendide donne e sanguinari combattenti capaci però di pietà cavalleresca; sono drammi e risate, amori e tradimenti. Crolla l’Africa Orientale Italiana e quelli della «Kai Bandera» sono fra gli ultimi a cedere.