Silvio D’Arzo – Silvio D’Arzo – al secolo, Ezio Comparoni – aveva una ossessione: quella di sparire. Onde gli innumeri pseudonimi, quasi il suo essere celasse un infermabile segreto. Un nulla, un silenzio. I quali appieno si soffondono per la locanda del Buon Corsiero, nonché per le righe interìte di cotesta sua sotie zeppa di settecenteschi tricorni, un tanto alla Stevenson. Ma se pure è vero che l’attitudine di D’Arzo si compendia in svelte, inarcate movenze e s’intesse a uno stile «che non potrebbe essere più letterario» (E. Turolla), sostenutissimo e verticale, sta epperò il fatto ch’egli è al contempo capace di increspature od indocilità. Di «silenziose eversioni dell’Arcadia» (M. Raffaeli). E a punto il Funambolo – il perturbante, fosforico ocello che macula e traversa (infondendole tremito) la vicenda del Buon Corsiero – di quelle silenziose eversioni è araldo. Indescrivibile come Mr. Hyde, spettrale come il Master di Ballentrae, rappresenta il nucleo oscuro di Silvio (o sia Ezio). Nucleo che, proprio restando nell’ombra, contagia al suo apparire – catturandoci in un’intima lontananza. Introduzione di Massimo Raffaeli.
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All'insegna «Del buon corsiero»
| Titolo | All'insegna «Del buon corsiero» |
| Autore | Silvio D'Arzo |
| Curatore | Alessandro Settimo |
| Introduzione | Massimo Raffaeli |
| Argomento | Narrativa Narrativa classica (prima del 1945) |
| Collana | Biblioteca Montecristo, 9 |
| Editore | Edizioni Efesto |
| Formato |
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| Pagine | 122 |
| Pubblicazione | 10/2025 |
| ISBN | 9788833817286 |

