Libri di Fabrizio Desideri
Il passaggio estetico. Saggi kantiani
Fabrizio Desideri
Libro: Copertina morbida
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2003
pagine: 230
Un'acuta rilettura dell'estetica di Kant, che vede nella "Critica della facoltà di giudizio" la più attuale tra le sue opere. Tale attualità riguarda il modo con cui Kant affronta l'"immenso abisso" che divide l'ambito teoretico-conoscitivo della filosofia da quello etico-pratico. Come superare l'impasse? Come non rimanere paralizzati dalla fascinosa potenza di tale immagine? Come non rassegnarsi ad una scissione tra l'agire e il conoscere, tra l'essere cittadini del mondo e investigatori del cosmo? La mossa kantiana sta, per l'autore, nel convertire l'immagine dell'abisso nel problema di attraversare comunque il confine che separa i due ambiti. Alla libertà e alla contingenza del giudicare riflettente spetta l'attraversamento del confine.
Il fantasma dell'Opera. Benjamin, Adorno e le aporie dell'arte contemporanea
Fabrizio Desideri
Libro
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2002
pagine: 184
Paul Celan. La poesia come frontiera filosofica
Libro: Libro in brossura
editore: Firenze University Press
anno edizione: 2008
pagine: 228
La poesia come "frontiera filosofica" è l'orizzonte di questo volume sull'opera poetica di Paul Celan. Non è avventato ritenere che la peculiarità della poesia di Celan e della sua ricezione stia nel continuo e duraturo interesse mostrato dalla critica filosofica. Con una formula inclusiva, che va oltre la semplice nozione di uno "spazio filosofico", Massimo Baldi e Fabrizio Desideri hanno inteso riunire letture e ipotesi interpretative sensibilmente differenti, ma sempre segnate dal comune intento di mettere a fuoco la singolare radicalità della scrittura celaniana. Tutti i saggi qui presentati si mostrano, infatti, attenti a quel vincolo interno alla lettera del dettato poetico, all'asprezza della sua iscrizione, che è necessario rispettare e ascoltare per ogni comprensione di Celan.
Forme dell'estetica. Dall'esperienza del bello al problema dell'arte
Fabrizio Desideri
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2004
pagine: 176
Una mappa concettuale, chiara e originale dell'estetica come disciplina filosofica di frontiera. La prima parte è dedicata all'esperienza del bello attraverso un'analisi delle tematiche della percezione e del dell'emozione giudizio estetico. La seconda parte affronta il problema dell'arte e risponde a sfide teoriche sollecitate dall'oggi. Nell'epoca della svolta multimediale e della diffusione delle tecnologie digitali è ancora possibile parlare di unità dell'arte? Come riconosciamo un'opera d'arte? In che rapporto sta la fruizione delle opere artistica con la nostra più generale esperienza? Quale relazione è ancora pensabile tra finzione artistica e realtà?
Benjamin
Fabrizio Desideri, Massimo Baldi
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2010
pagine: 222
"Tutti coloro che si sono occupati in qualche modo di Walter Benjamin conoscono la difficoltà di definirne il pensiero, inserendolo in orizzonti disciplinari ben definiti come la filosofia della storia, del linguaggio, l'ontologia, l'etica, l'estetica e così via. Talvolta si è stati addirittura indecisi se assegnare la sua opera al genere testuale della filosofia o a quello della letteratura. In questo libro, si affronta in particolare l'ultimo Benjamin, quello del messianismo e della conseguente percezione messianica del tempo, in base al quale ogni secondo sarebbe "la piccola porta attraverso la quale può entrare il messia". È la stessa porta della giustizia di cui Benjamin parla nel grande saggio su Kafka del 1934. Tuttavia permane una differenza tra tempo messianico e giustizia. Se vi fosse coincidenza, la giustizia cesserebbe di agire come una potenza critica, la stessa potenza da cui scaturisce l'etico e diverrebbe oggetto di possesso, oggetto di storica realizzazione." (dall'Introduzione)
L'ascolto della coscienza. Una ricerca filosofica
Fabrizio Desideri
Libro: Libro in brossura
editore: Inschibboleth
anno edizione: 2023
pagine: 390
Come pensare la coscienza nell'epoca in cui si cerca di riprodurla tecnicamente, nell'età dell'Intelligenza Artificiale? Può la nozione di coscienza risolversi interamente in quella d'intenzionalità? "Io" e "Sé" sono sinonimi? L'idea di partenza di questo libro è che la proprietà più genuina della coscienza umana risiede nella capacità di interrogarsi, di mettersi radicalmente in questione. Il problema filosofico della coscienza umana viene perciò analizzato in una forma autointerrogativa che si sviluppa cercando una via oltre l'opposizione tra la visione internalista (fenomenologica) e quella esternalista (linguistico-sociale). Un percorso a ritroso che da Wittgenstein risale a Platone per tornare, in conclusione, al dibattito più recente discutendo le teorie di Dennett e Searle. Come soglia inaggirabile della coscienza, in tale percorso, emerge la figura dell'altro in sé. La coscienza appare così come un confine attivo tra esterno e interno dove risulta decisiva l'istanza della voce. Una voce chiede di essere ascoltata, e proprio nell'ascolto l'autore vede quel gesto del pensiero che sta all'origine della coscienza stessa.
L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica
Walter Benjamin
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2019
pagine: LXXV-200
Tra il 1935 e il 1940, l'anno della sua morte, Benjamin lavorò a più riprese al suo saggio più importante: "L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica". Il saggio s'interroga sul destino dell'arte nel contesto delle trasformazioni radicali indotte dall'invenzione e dalla diffusione di nuovi dispositivi tecnologici quali la fotografia e il cinema. Con somma lucidità Benjamin coglie nel tratto che accomuna queste nuove forme dell'arte (la riproducibilità tecnica capace di annullare la distinzione tra originale e copia) lo sconvolgimento del tradizionale rapporto tra il pubblico e il mondo dell'arte. Soggetti della fruizione estetica, con la diffusione della macchina fotografica e soprattutto con il cinema, non sono più isolati individui che sprofondano nella contemplazione di un quadro o nella lettura di una poesia. Sono, piuttosto, le masse: una folla anonima, abituata tanto ai ritmi convulsi della produzione industriale quanto agli choc subiti nella quotidianità delle moderne metropoli. Ma la profetica analisi di Benjamin si spinge ben oltre l'ambito estetico. Negli stessi anni in cui nazismo e fascismo minacciavano di prevalere e di cancellare la buona tradizione europea, Benjamin vede profilarsi una nuova epoca del rapporto tra arte, tecnica e politica. Un'epoca che non concede spazio a sconsolati rimpianti per il cattivo tempo che fu e che riguarda il nostro stesso presente. Di qui la rinnovata attualità di questo saggio, che costituisce un momento decisivo di quella riflessione sul Moderno che Benjamin avvia nella grande opera, non terminata, sui Passages parigini. Seppur non incompiuto, il saggio sull'opera d'arte si presenta come caratterizzato da una pluralità di stesure e da un'avventurosa vicenda editoriale — ben raccontate nell'Introduzione di Fabrizio Desideri — che ne fanno un lavoro ancora alla ricerca di uno sviluppo teorico e di un'esposizione adeguati alla complessità e profondità della sua intuizione originaria. Appunto allo spirito e alla lettera di tale complessità la presente edizione intende rimanere fedele, offrendo al lettore italiano le cinque stesure del saggio scritte tra l'autunno del 1935 e l'estate del 1936.
Dal suono al senso, dal senso al suono. Berio, Sanguineti e la neoavanguardia italiana
Ruben Marzà
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2023
pagine: 266
A partire da un’analisi delle radici storiche e culturali della neoavanguardia, fenomeno complesso caratterizzante l’Italia del secondo dopoguerra, l’opera mira a proporre una nuova lettura di tale movimento: non mero momento di protesta, bensì stagione di rinnovamento linguistico e formale, che trova nell’Opera aperta di Umberto Eco la sua teorizzazione più fortunata. Nei quarant’anni che separano Passaggio da Stanze, l’evoluzione del lungo e proficuo sodalizio tra Luciano Berio ed Edoardo Sanguineti ben si presta, grazie all’inesausta tensione tra sperimentazione e comunicazione, a innescare una riflessione su un momento fondativo, ma ancora poco frequentato, della cultura italiana contemporanea.
Estetica contemporanea. Dalle filosofie della crisi alle culture postmediali
Fabrizio Desideri, Andrea Mecacci
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2023
pagine: 368
Il volume è il primo esauriente e dettagliato profilo dell'estetica contemporanea disponibile in lingua italiana. Destinato a docenti e studenti delle università e delle accademie, agli insegnanti e a un pubblico colto, si caratterizza per l'ampiezza dei temi affrontati e la ricchezza delle informazioni: dal pluralismo delle estetiche novecentesche agli scenari attuali, tra arti performative e cultura visuale. Insieme a un rinnovato affresco dell'estetica del Novecento nelle sue diverse articolazioni (dalle filosofie della crisi alla fenomenologia, dalla teoria critica al post-strutturalismo, dalle ontologie analitiche alle semiotiche dell'arte), il testo offre una mappa aggiornata del dibattito estetico- artistico contemporaneo: dalla Everyday Aesthetics alle estetiche ecologiche, dalle estetiche visuali e post-mediali al rapporto tra estetica, psicologia evoluzionistica e neuroscienze, dal nesso tra estetica e scienze umane alle grammatiche dei linguaggi artistici propri della contemporaneità. In sintesi: un libro indispensabile per orientarsi nel complesso panorama attuale dell'estetica e della filosofia dell'arte.
L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica. Edizione integrale comprensiva delle cinque stesure
Walter Benjamin
Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2022
pagine: 256
Tra il 1935 e il 1939 Benjamin lavorò a più riprese al suo saggio forse più celebre: «L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica». Un vero e proprio cantiere, accompagnato da un'avventurosa e complicata vicenda editoriale. Questa edizione, curata da uno dei più importanti studiosi italiani di Benjamin, offre al lettore la traduzione delle tre principali stesure del saggio: la versione francese uscita nel 1936, tradotta da Pierre Klossowski, con la decisiva supervisione dello stesso Benjamin, e le due versioni tedesche, una del 1936 e l'altra scritta tra l'estate del 1936 e il 1939, in ciascuna delle quali l'autore apporta sostanziali cambiamenti alla prima versione tedesca manoscritta del 1935. Fondamentale in questo senso poter entrare nel laboratorio Benjamin: l'unico modo per farlo è avere sotto gli occhi gli interventi del filosofo tedesco nelle due stesure. È questo il puntuale lavoro di ricostruzione a cui Fabrizio Desideri ha sottoposto i testi, evidenziando le cospicue varianti dell'uno rispetto all'altro direttamente nella tessitura della riflessione benjaminiana. E mostrando così come in realtà nessuna di queste versioni possa considerarsi quella definitiva. Ripensare questa "officina" significa rispondere all'esigenza di un'opera ancora alla ricerca di una lettura adeguata alla complessità e alla profondità della sua intuizione originaria.
Oggetti attivi. Sulla singolarità delle opere d'arte
Fabrizio Desideri
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2021
pagine: 166
Nei saggi che compongono questo libro l'autore interroga e analizza la singolare natura delle opere d'arte. Nel contesto di una riconfigurazione della teoria estetica perseguita da oltre un ventennio si propone qui di rovesciare il punto di vista da cui considerare questi paradossali prodotti del fare umano. Anzitutto, assumendo la paradossale capacità delle opere d'arte di rivolgere a noi uno sguardo autonomo e straniante. Sul filo di questa paradossalità si considera la polarità immanente alla quasi-vita delle opere d'arte e con essa la tensione tra l'unità di oggetti e l'unità d'immagini in cui consistono. Questa considerazione si svolge su due piani. Un piano decisamente teorico che affronta le opere d'arte nel confine tra estetica e ontologia. Un piano critico-fenomenologico che indaga la dimensione oggettuale delle opere in snodi decisivi dell'arte contemporanea. Il risultato è una concezione delle opere d'arte come "oggetti attivi" caratterizzati da una sovraesistenza che coinvolge i modi stessi del loro aver effetti sulla nostra vita.
Atque. Sui volti dell’autorità. Volume Vol. 26-27
Libro: Libro in brossura
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2021
pagine: 240
Si deve ammettere che l’epidemia da covid-19, con la sua tendenza a diffondersi rapidamente e a più riprese, attraverso tutti i continenti, ha indotto a introdurre drastici cambiamenti nei nostri modi di vivere con gli altri e nello stesso rapporto con noi stessi. E nel contesto di contagio pandemico in cui ci siamo venuti a trovare, abbiamo innanzitutto subìto una ferita narcisistica percependo la nostra fragilità umana insieme alla consapevolezza sia che non siamo gli unici esseri viventi sia che non possiamo continuare a considerare il nostro stile di vita come l’unico possibile. L’inedita condizione di pericolo in cui ci siamo trovati ha per l’appunto sottoposto i modi di vita a un drastico ridimensionamento e ad ascoltare e spesso a seguire, volenti o nolenti, quanto proveniva da voci autorevoli, sia da quelle che all’autorità univano il potere sia da quelle la cui autorità proveniva dal sapere (le figure degli esperti: medici, scienziati, virologi, fisici ecc. sia in veste individuale sia in veste di comitati tecnico-scientifici). È perciò intenzione di questo fascicolo di Atque, il domandarsi quale funzione abbiano nelle nostre vite i vari tipi di autorità e quale sia il gioco ottico dove compaiano quei volti che intanto incarnano questa figura. (…) D’altronde, discutere oggi dell’autorità è sommamente difficile, dal momento che questa figura, nelle sue incarnazioni politiche, religiose, istituzionali e sociali, ci si impone nel cuore di una crisi epocale e tale da mettere sottosopra il bagaglio di certezze e abitudini sul quale ci eravamo costituiti (adagiati) negli ultimi decenni. Quel concetto di autorità (di auctoritas) che fino a poco tempo fa ci sembrava in declino o in un processo di inarrestabile decadimento, adesso ci si impone anche al di là di ogni nostra adesione intenzionale. Così la sua stessa crisi, come ogni altra, può incorporare “fermenti non ancora conoscibili” una volta che sia liberata dai “fermenti cultuali”, con cui per l’appunto la tradizione la identificava. Può essere insomma un passaggio per qualche verso salutare, almeno dal punto di vista riflessivo o cognitivo. Al punto che ci si può chiedere come sia possibile alleggerire l’autorità dal peso della storia – con il relativo complesso di mediazioni, interpretazioni e rapporti di potere. E ciò perché le cose e le persone proprio solo perdendo la loro “saturazione” diventano permeabili, e nella “porosità” che finiscono col mostrare, divengono effettivamente percepibili – testimoniando nel contempo la storia degli sguardi che nel corso del tempo le hanno investite. La domanda cruciale da cui occorre partire è, in altri termini, come sia possibile pensare l’autorità non tanto in sé e per sé, quanto nei suoi volti, riconsegnandola alla dialettica sia percettiva sia cognitiva che ogni volta dispiegandola la istituiva. In tal modo, l’autorità non sarebbe immediatamente né nel padre, né nel maestro, né nel medico, né nelle cose che questi dicono. L’autorità sarebbe piuttosto nel volto del padre, nel volto del maestro, nel volto del medico e nel volto delle loro stesse cose. In quei volti che vengono all’espressione all’interno di ciò che potremmo chiamare un “gioco di sguardi”. In un gioco che da solo sarebbe capace di instaurarla, e insieme di intrecciarci ad essa – in quella adesione e in quella distanza che si danno nella concreta esperienza in cui ogni volta ciascuno di noi si trova. (…)