Libri di Lorenzo Coccoli
Fascismo in ginocchio. Suppliche di poveri catanesi a Mussolini in prospettiva storico-istituzionale
Lorenzo Coccoli
Libro: Libro in brossura
editore: Editoriale Scientifica
anno edizione: 2025
pagine: 204
Fascismo in ginocchio analizza un ampio corpus di suppliche indirizzate a Benito Mussolini da cittadini poveri della provincia di Catania, con l’obiettivo di ricostruire il funzionamento di un dispositivo istituzionale di comunicazione verticale tra governati e autorità nel contesto dello Stato fascista. Le lettere, pur nella loro apparente spontaneità, seguono modelli retorici e logiche di interazione codificate, che rinviano a pratiche consolidatesi nel lungo periodo, a partire da forme di governo proprie dell’Antico Regime.
I poveri possono parlare? Soggetti, problemi, alleanze
Libro: Libro in brossura
editore: Futura Editrice
anno edizione: 2021
pagine: 160
Sull'onda degli effetti esplosivi della pandemia e di una crisi economica e sociale più che decennale, il tema della povertà è tornato al centro del discorso pubblico e della produzione culturale. Il successo di film come Joker e Parasite sta lì a testimoniarlo. Contestualmente un'altra crisi, non meno lunga e lacerante, ha investito il vocabolario politico novecentesco, che non riesce più a fare presa su una realtà radicalmente trasformata. Da più parti si invoca oggi la sostituzione del concetto di classe con quello di popolo, e dell'opposizione orizzontale destra-sinistra con quella verticale al-to/basso. Ma questa operazione, apparentemente plausibile, risulta politicamente problematica e logicamente a-poretica. Chi sta in basso, e chi in alto? Chi sta in basso può davvero parlare, e come? E quando parla, che valore siamo tenuti a dare alla sua parola? Obiettivo di questo volume è usare la categoria di povertà per articolare queste domande e abbozzare delle risposte attraverso i contributi di cinque giovani ricercatori provenienti da prospettive disciplinari diverse: diritto, sociologia, etnografia, filosofia politica, critica letteraria. La scommessa che li accomuna è che le questioni metodologiche poste nei rispettivi campi dal confronto con l'oggetto "povertà" possano essere messe al servizio di un lavoro di concettualizzazione politica. L'analisi dei singoli casi-studio produce subito uno spostamento: dalla povertà ai poveri. E non tanto ciò che i poveri sono, ma ciò che i poveri fanno. Questione dunque di pratiche, non di identità. Da qui un ulteriore risultato: mostrare come i confini fra i poveri e "noi" siano molto più labili di quanto si creda. E come dunque la povertà possa rivelarsi l'indice di una nuova politica dell'emancipazione e della libertà.
Ragion di Stato e ragioni della Chiesa
Libro
editore: Bibliopolis
anno edizione: 2019
pagine: 304
La locuzione ragion di Stato si afferma in tutta Europa nella cultura politica tra Cinque e Seicento per definire quei codici di esercizio autonomo ed efficace di governo finalizzati a istituire, ampliare e conservare un fermo dominio sopra i popoli. Quanto diffusa è ancora oggi l’attenzione alle pratiche e alla trattatistica di ragion di Stato, altrettanto poco praticata è invece l’indagine sull’utilizzo dell’espressione ragioni della Chiesa in cui la declinazione al plurale rinvia a una serie complessa di fenomeni: il riordino delle istituzioni ecclesiastiche, il rafforzamento della spiritualità cattolica, le vicende dello Stato della Chiesa a fronte della svolta protestante. I contributi contenuti in questo volume ricostruiscono le molteplici ragioni della Chiesa che, in ambito cattolico e in diversi momenti storici, vengono teorizzate e praticate attraverso documenti, trattati di teologia, opere di filosofia e di giurisprudenza, stampe dedicate a questioni legate all’esercizio quotidiano della devozione.
Beni comuni. Diversità, sostenibilità, governance. Scritti di Elinor Ostrom
Libro: Libro in brossura
editore: goWare
anno edizione: 2019
pagine: 188
In un’economia polifonica dove convivono e operano privato, pubblico, terzo settore, cooperative e i nuovi soggetti della rete, i beni comuni sono un’opzione importante, anzi essenziale per gestire risorse strategiche per il futuro del pianeta. Il concetto di beni comuni e di comunità, discusso in questo libro, riguarda proprio il governo delle grandi risorse naturali: le foreste, gli oceani, l’acqua e il cielo; risorse che rischiano la spoliazione, se non cambia il modo in cui sono amministrate. Lo sviluppo del dibattito sui beni comuni ha un suoi punto di riferimento. È Elinor Ostrom, la prima donna ad aver ricevuto il Premio Nobel per l’economia in forza della sua “analisi della governance in economia, in particolare del bene comune”. In questo libro sono presentati, in traduzione italiana, cinque articoli della Ostrom e un’intervista della studiosa che getta luce sul suo metodo aperto e interdisciplinare, come pure sul suo percorso di donna nella comunità tutta maschile degli economisti. Nelle introduzioni Giulio Sapelli e Lorenzo Coccoli trattano la questione dei beni comuni da un punto di vista storico-politico e filosofico.
Omnia sunt communia. Il dibattito internazionale su commons e beni comuni
Libro: Libro in brossura
editore: goWare
anno edizione: 2019
pagine: 236
Perché il database di Wikipedia si chiama “commons”? La scelta di questo termine vi sarà chiara dopo aver letto questo libro unico nel suo genere. Avviato nel 1968 da un celebre articolo di Garrett Hardin, il dibattito sui commons (beni comuni) ha conosciuto un incredibile sviluppo nel corso degli ultimi quarant’anni, fino a raggiungere il suo apice nel 2009 con l’assegnazione del premio Nobel per l’economia a Elinor Ostrom, una delle figure di riferimento per gli studi sul tema. È possibile immaginare una terza via per la gestione dei beni, al di là della tradizionale alternativa di “pubblico” e “privato”? È possibile concepire un sistema di fruizione delle risorse (naturali e non) che sia insieme ecologicamente sostenibile, inclusivo e democratico? Queste, e altre, le domande cui il concetto di commons tenta di dare una risposta. Sono domande centrali anche per ripensare i nostri modelli di sviluppo e di partecipazione democratica – un ripensamento che oggi, nelle secche del discorso politico globale, si impone con sempre maggiore urgenza. Questo libro ha lo scopo di offrire una panoramica quanto più possibile esaustiva delle posizioni teoriche e disciplinari in campo.
Il potere ai soviet. L'ombra dell'ottobre '17 e la democrazia diretta
Pierre Dardot, Christian Laval
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2017
pagine: 174
Il 1917, la Rivoluzione sovietica: una pratica di democrazia radicale, diretta e consigliare, che si dà forma espressiva nei soviet. Dagli scioperi di Parigi ai sindacati operai americani, dalla rivoluzione messicana agli anarchici spagnoli, l'esperienza della democrazia espressa agli albori della rivoluzione è ciò che ne ha sancito anche il successo mondiale. Ed è proprio ciò che Lenin requisisce col partito bolscevico, trasformando queste istituzioni politiche in organi inerti. A prevalere saranno così lo Stato, il partito, l'organizzazione militare, la burocrazia e la disciplina, che nei socialismi realizzati annienteranno le forme di autogoverno degli albori della rivoluzione. Ripartire dall'esperienza dei soviet significa immaginare le forme presenti e a venire di una rivoluzione che ha anzitutto cercato un'emancipazione nella pratica della democrazia diretta, tornando a leggere quell'ombra dell'ottobre '17 per contrastare, oggi, le nostalgie reazionarie per Stato e nazione, populismi e forme autoritarie della politica. In questo senso, il fallimento dei comunismi va inteso come il collasso di un potere centralista, statalista, verticista che non smette di riproporsi nel pieno dei sistemi politici neoliberali. Oggi, «potere ai soviet» significa dunque immaginare le forme di autogoverno che animano le richieste di democrazia e partecipazione dei movimenti e delle pratiche del comune emerse negli ultimi decenni.
Il governo dei poveri all'inizio dell’età moderna. Riforma delle istituzioni assistenziali e dibattiti sulla povertà nell'Europa del Cinquecento
Lorenzo Coccoli
Libro: Libro in brossura
editore: Editoriale Jouvence
anno edizione: 2017
pagine: 246
Sulle soglie della modernità, la povertà fa la sua comparsa sulla scena pubblica. E la fa, almeno inizialmente, in posizione di soggetto. Soggetto politico: perché il problema che pone non è più quello religioso della salvezza, ma quello secolare della conservazione della stabilità sociale. Le autorità municipali del Vecchio Continente cominciano allora a elaborare una serie di normative tendenti a una riorganizzazione radicale dei sistemi di assistenza, tradizionalmente demandata alla carità dei privati o all'iniziativa ecclesiastica. Il libro di Coccoli prende in esame i dibattiti che accompagnarono questo delicato passaggio, caratterizzato dalla laicizzazione della figura del povero e dalla necessità per i governi di affrontare politicamente la problematica dell'indigenza, divenuta una "questione sociale". Un saggio storico che non manca di offrire spunti al presente, vista anche la crescente rilevanza che il tema della povertà assume nella nostra attuale congiuntura.