Fotografia e fotografi

Cosa succede quando la luce non può essere costruita, ma va catturata in un lampo? Questo libro ne è la risposta. E vale sia nella vita come nella fotografia. Infatti ci insegna come sia importante cogliere il lampo di luce nei momenti più bui della vita così come per documentare le passerelle più prestigiose, dal Salone Lingerie di Parigi alla Barcelona Bridal Fashion Week. La fotografia si intreccia con il racconto molto coinvolgente di esperienze, conoscenze, aneddoti e storie di un viaggio per tutta Europa, da Parigi a Barcellona passando per Amsterdam e Firenze. Da qui il titolo "10mila chilometri di moda". Una guida esperienziale, quindi, dove si analizza la distinzione fondamentale tra la fotografia di moda posata, dove ogni dettaglio è pianificato, e la fotografia di passerella, dove la velocità e l'agilità mentale fanno la differenza. Attraverso aneddoti personali e sfide tecniche (dalla gestione del bianco e del buio alla padronanza del flash, fino alla filosofia della post-produzione), il testo condivide un approccio unico: prima di fotografare la modella, bisogna comprenderne l'arte della posa. Prima di addentrarsi nel viaggio, però, un doveroso spazio alla visione è stato riservato ad alcuni autorevoli fotografi di fama internazionale con cui l'autore ha collaborato nel suo percorso fotografico e a cui ha chiesto la loro personale visione della fotografia. Il libro, infatti, si apre con i prestigiosi contributi dei maestri: Maurizio Galimberti Daniele Guidetti Eduardo Gomez Renske Versteegen Mariano Morichini Danny Bittencourt Martin Esquivel Ramos Viridiana Morandini Marco Chiarantini Adrian Braem.

Kathy Shorr, cresciuta a Brooklyn, ha comprato la sua prima auto a 17 anni e ha sempre amato guidare. La passione risale all’infanzia, quando ancora pochi residenti del suo quartiere possedevano un’auto. Da ragazza è stata ispirata dall’intraprendenza della nonna: unico membro della famiglia a possedere e guidare un’auto. Dopo la laurea Shorr trovò lavoro come autista di limousine, trasformando il veicolo in uno studio fotografico su ruote. Per nove mesi ha immortalato un’ampia varietà di passeggeri diretti a matrimoni, balli di fine anno, quinceañeras e altre celebrazioni. L’interno elegante della limousine serviva come spazio privato, permettendo a passeggeri provenienti da ceti popolari di abbracciare un temporaneo status di celebrità. Il lavoro di Shorr attinge così a due generi distinti nella storia della fotografia: il viaggio su strada – si pensi a California Kiss di Elliott Erwitt – e il ritratto in studio. Come le famiglie che raggiungevano il laboratorio di un fotografo per immortalare un’occasione speciale, i soggetti di Limousine entravano nell’auto con i loro abiti più eleganti per vivere un momento di celebrazione.

Il numero monografico affronta criticamente il ruolo del colore nella fotografia italiana, finora trascurato dalla storiografia e dalla teoria. Attraverso una serie di casi di studi su opere, pratiche e linguaggi, il volume esplora come il colore abbia inciso sulle scelte formali, sulla percezione visiva e sulla definizione stessa del linguaggio fotografico, colmando una lacuna nella riflessione storica sulla fotografia in Italia.

Tutto il lavoro fotografico di Marco Delogu è un gioco di nero e di bianco che, come due elementi distanti e contrari si rincorrono, si scontrano e capovolgono, nelle diverse rese fotografiche, i reciproci rapporti di forza e di armonia. Questo volume presenta per la prima volta insieme tutte le serie realizzate negli anni da Delogu: il suo lavoro continuo e incessante sui gruppi "chiusi " di persone, che si riconoscono in linguaggi e esperienze comuni; l'amore per il cavallo, simbolo di una potenza immacolata e del tutto naturale; l'amore verso la natura, struggente orizzonte di vita; il fascino continuo e sotterraneo per l'antico.

La fotografia è un linguaggio maledetto. Trasmette solo ciò che l’occhio può vedere e la vista è il senso più diretto, ma meno preciso, che la natura ha saputo donarci. Descrive le forme, delinea i volumi, si sofferma alla superficie delle cose e degli esseri viventi, ma non riesce, se non con enormi difficoltà, a dare risposte intime e profonde. Però è in grado di scuotere gli animi, creare emozioni così forti che nessuna parola potrà mai eguagliare, forse perché se si sta osservando una fotografia ciò che si vede è vero e ciò che si narra è avvenuto realmente. Quando abbiamo incontrato queste donne, ci siamo sentiti in dovere di avvertirle che con il nostro lavoro avremmo scavato la parte visibile del loro dolore e che il resto della storia – il cambiamento, la rinascita e la trasformazione – l’avrebbe descritta qualche altro linguaggio fatto di suoni e parole scritte. Tutte le storie hanno quattro percorsi di lettura diversi: quello visivo, fatto di fotografie; quello uditivo, grazie ai testi e la voce narrante di Carla Carucci, accessibili tramite i QR code; quello dal taglio più cronachistico, con i testi di Gioele Urso; infine, quello più intimo e personale, raccontato da Paola Meina e Clarissa Pattocchio. Max Ferrero

Il volume riporta alla luce una selezione di fotografie in gran parte inedite, recuperate dall’archivio privato di Fabio Ciriachi (Roma, 1944), che dopo oltre cinquant’anni rivelano lo sguardo vivace e partecipe di un giovane autore capace di raccontare, con ironia e profondità, una quotidianità segnata da contestazioni politiche, sperimentazioni teatrali, comunità hippie e vita di borgata. Un mondo scomparso, ma restituito con sorprendente freschezza e intensità. Il libro ricostruisce anche il percorso poliedrico di Ciriachi, attivo tra pittura, teatro, fotografia e scrittura. Negli anni Sessanta e Settanta lavorò come fotografo freelance per diverse testate, prima di ritirarsi nelle comuni agricole. Cofondatore della rassegna Confluenze e della rivista “Pagine”, si è poi affermato come recensore e autore di racconti, romanzi e poesie.